Un medico chirurgo del Policlinico di Bari, Raffaele Sebastiani, è morto nella mattinata di mercoledì 22 dicembre a causa di un infarto, dopo aver lavorato per 12 ore consecutive in sala operatoria. La notizia della morte di Sebastiani, 61enne sposato e padre di due figlie, ha scatenato un’ondata di commozione ma anche di polemiche per i turni massacranti dei camici bianchi, soprattutto a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Il professionista, infatti, aveva lavorato dalle 8 alle 14 ed era reperibile la notte dello stesso giorno. Durante il turno di reperibilità, per 12 ore è stato in sala operatoria per intervenire sui pazienti positivi al coronavirus. Sebastiani, dopo aver concluso il turno di notte, è tornato a casa ed stato colto da un malore, con ogni probabilità un infarto, durante il sonno.

Come riporta Repubblica, i sindacati dei medici hanno chiesto di conoscere con precisione i turni che Sebastiani aveva seguito nelle ore precedenti alla morte. E anche la direzione sanitaria del policlinico del capoluogo pugliese ha avviato verifiche.

Non è ancora accertata la correlazione della morte del professionista con lo stress. Ma la categoria dei camici bianchi lamenta un carico di lavoro eccessivo, incrementato a causa della pandemia di Covid-19. “Ormai da due anni gli operatori sanitari sono sotto pressione con turni e un carico di lavoro non sempre sostenibile”, sostiene Antonio Mazzarella della Cgil Medici.

La morte del medico ha gettato nello sconforto i suoi colleghi. Sebastiani viene ricordato con affetto da molti amici. Vito Lavolpe, collega di Sebastiani, su Facebook lo descrive come un medico scrupoloso e amante del suo lavoro: “Con la sua Vita ha onorato il camice bianco, che rappresenta la nostra divisa”. Altri, invece, lo ricordano per il suo sorriso e la sua ironia.

 

Redazione

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