«Una città bella da morire e fortunata perchè ha tantissimi luoghi meravigliosi, ma è una città che non è capace di accogliere i turisti: basta sagre e cafonate sul Lungomare, rispettiamo la vocazione dei luoghi. La Mostra d’Oltremare? è un polo fieristico e bisogna recuperare la sua funzione iniziale. Il sindaco Manfredi e la nuova amministrazione si confrontino con gli esperti del settore o i turisti scapperanno da Napoli». Così Angioletto De Negri, da cinquanta anni nel settore del turismo.

Dottor De Negri, parliamo di turismo e di luoghi simbolo della città. Qual è la sua opinione?
«C’è sempre la vocazione a trasformare le cose belle che abbiamo e idonee per farle godere ai cittadini e ai turisti in cose assurde e pessime. Il lungomare Caracciolo ne è l’esempio. Se visitiamo Nizza, Montecarlo, dovunque nel mondo la promenade del lungomare è frequentata dai turisti che vogliono fare una passeggiata, specialmente dove ci sono moltissimi alberghi come nel caso della nostra via Caracciolo. Anche negli altri posti del mondo c’è il panorama e ci sono i ristoranti, ma anche il nostro concetto di ristorazione è lontano anni luce da quello delle altre città turisticamente importanti».

Cioè?
«Ho girato tantissime città, ho mangiato ovunque. Nelle strade importanti, per esempio, i tavolini vengono appena coperti da un ombrellone che si può all’occorrenza togliere. E’ una copertura piccola, non invadente e caratteristica. Noi invece a Napoli abbiamo quei gazebo che somigliano a delle case che occupano tutta la strada. Ben vengano i ristoranti ma non allestiti in quel modo. Non si fa così e non lo dico io, lo dicono tutte le altre città del mondo. Bisognerebbe tenere pulita la strada, allestirla con le fioriere e renderla elegante. Noi siamo fortunati perché abbiamo ripreso quello che avevamo perso per questi motivi dieci, venti anni fa ma rischiamo di perdere di nuovo tutti i turisti se continuiamo così».

A fronte di queste considerazioni, cosa pensa delle sagre, prima quella della pizza e ora quella della bufala… domani chi sa?
«È una scelta pessima. Come detto poco fa, non è quella la vocazione del Lungomare. Ci sono tante piazze dove fare questi eventi culinari, ovunque, ma non sul mare. Diventa una cafonata senza precedenti. Festival della pizza e della bufala sono le cose più squallide che possiamo presentare al mondo del turismo».

Qualcuno ha parlato di spostare questi “eventi” alla Mostra d’Oltre Mare, crede sia una buona idea?
«No. Assolutamente no. La Mostra d’Oltremare non è il luogo in cui far svolgere questi eventi perché è da rispettare come polo fieristico. Lì bisognerebbe fare centinaia di fiere in un anno. E invece la gente che dovrebbe farle, scappa quando vede la situazione. La vecchia amministrazione comunale ha tentato in tutti i modi di farla diventare parco pubblico dove si entra con un euro. È uno scempio. È una follia. Il polo fieristico va rispettato, è un luogo di lavoro, e anche qui mi auguro che il Comune intervenga con professionisti del settore. La Mostra d’Oltremare ha bisogno da anni di una ristrutturazione e non è pensabile di lasciare l’accesso al pubblico anche durante gli allestimenti delle fiere con il rischio di incidenti. Mi auguro che ci sia dialogo tra i soggetti proprietari – Comune, Regione e Camera di Commercio. Il polo fieristico potrebbe essere la risorsa della città, queste strutture nelle altre città fanno 60-70 iniziative, noi come Progecta ne facciamo 5, poi ci sono altri organizzatori che ne fanno una a testa per un totale di altre 3-4. E poi si arriva a prendere ‘sagre’ con le cose esposte per terra nei padiglioni senza stand. Così squalifichi polo e città. Per via di tutto questo colleghi del nord che sono venuti qui hanno optato per la Stazione marittima, addirittura per il Tarì. Va affrontato velocemente l’argomento. Il sindaco mi ha detto che con calma si interesseranno alla questione e mi auguro che cambi idea rispetto a quella della precedente amministrazione: è un polo turistico nato nel 1940. È stato distrutto e va ripristinato».

Che suggerimenti ha per rendere Napoli, oltre che una cartolina meravigliosa, una città a misura di turisti?
«Per esempio, in tantissime città, carabinieri e guardia di Finanza si esercitano nelle piazze. Sarebbe uno spettacolo a cielo aperto interessante. Magari anche a Via Caracciolo, invece della sagra della pizza. O anche a Piazza del Plebiscito che è da anni abbandonata a sé stessa. Non è possibile che i luoghi più belli della città siano utilizzati poco e male. Ho visto che la nuova amministrazione ha predisposto dei gazebi per poter fornire informazioni ai turisti. Bene, ma avrebbero potuto farli molto meglio. Sembrano dei bugigattoli provvisori. Potevano essere costruiti in vetro, molto più eleganti, uno si trova proprio di fronte al Teatro San Carlo. Per non parlare del Porto, sbarcano migliaia di turisti in una situazione di caos totale: basti pensare che non ci sono neanche le indicazioni per i taxi. Spesso i turisti percorrono la strada a piedi o incappano in tassisti (abusivi e non) che non parlano una parola di inglese, con auto rotte. Non c’è un vigile urbano che tenga sotto controllo gli sbarchi e che magari indirizzi i turisti. Si tratta di piccole cose. Per esempio, una cosa banale, mettiamo una filodiffusione che trasmetta musica classica nei pressi del San Carlo. È una stupidaggine ma creerebbe atmosfera invece di quel vociare insopportabile che c’è adesso. Oppure, una striscia verde che i turisti possono seguire per percorrere un itinerario che li porta nei luoghi dell’arte piuttosto che della musica o delle chiese».

Quali sono stati gli errori in questi anni?
«Uno tra tanti quello di non confrontarsi con i tecnici, con gli esperti del settore. Noi possiamo dare suggerimenti utili alla nuova amministrazione e invece la precedente ha fatto i disastri che ha fatto da sola, senza ascoltare le associazioni di categoria. Finora nessuno ha ascoltato i suggerimenti: sono ignoranti in materia e non si affidano ai tecnici. Gratis eh… L’altro problema enorme è rappresentato dai cantieri aperti da una vita, dove ci si volta, ci si volta c’è un cantiere e non è certo un bel vedere per un turista. In conclusione, direi, facciamo dei tavoli di esperti, mettiamo i tecnici al posto giusto o i turisti qui non verranno più».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.