L’estradizione in Italia di Raffaele Imperiale si fa sempre più vicina. Ritenuto dagli inquirenti uno dei più importanti narcotrafficanti al mondo, il 46enne di Castellammare di Stabia, detto “Lelluccio Ferrarelle”, potrebbe a breve tornare a Napoli, con la locale Procura della Repubblica che ha inviato una nuova richiesta di estradizione alle autorità degli Emirati Arabi Uniti.

Imperiale era stato arrestato a Dubai il 4 agosto dello scorso anno, una cattura poi comunicata dalle autorità soltanto il 19 dello stesso mese. Il narcotrafficante era stato fermato in un blitz della polizia di Dubai, sorpreso in una villa con piscina dove gli agenti avevano rinvenuto anche un passaporto russo e una falsa identità, con Imperiale che si faceva chiamare Antonio Rocco.

Da anni Imperiale, che era stato inserito tra i sei latitanti di massima pericolosità dal ministero dell’Interno, assieme a personaggi del calibro di Matteo Messina Denaro, viveva a Dubai: era ufficialmente ricercato dal 2016 per traffico internazionale di stupefacenti (è stato condannato a 8 anni e 4 mesi di reclusione). Per gli 007 è anche sospettato di riciclaggio di denaro ma saranno le indagini e i processi a chiarire anche questo aspetto.

Secondo quanto riporta oggi Il Mattino che cita fonti giornalistiche di Dubai, la nuova richiesta di estradizione avanzata nei giorni scorsi dalla Procura di Napoli e dal ministero della Giustizia nei confronti di Imperiale sarebbe già stata accolta.

Chi è Raffaele Imperiale

Nato a Castellammare di Stabia il 24 ottobre 1974, inizialmente noto agli inquirenti come “Lello di Ponte Persica“, frazione del medesimo comune partenopeo, o anche “Lelluccio Ferrarelle” o “Rafael Empire“, Imperiale è stato capace di costruire un imponente network di trafficanti internazionali, in particolare di cocaina. L’attività di brokeraggio internazionale ed il rapporto d’affari con la criminalità organizzata partenopea sono stati cristallizzati nella prima decade del 2000, quando sono stati documentati contatti con camorristi del clan Di Lauro di Secondigliano, tra cui Elio Amato ed Antonio Orefice. Tale legame è sopravvissuto alla scissione degli Amato dai Di Lauro nel corso delle tre faide di Scampia.

Negli ultimi 10 anni sono stati numerosi gli arresti ed i sequestri che hanno colpito l’organizzazione di Imperiale: tra questi si ricorda il maxi-sequestro di 1.330 chili di cocaina avvenuto a Parigi il 20 settembre 2013, quando nell’occasione è stato arrestato il fedelissimo Vincenzo Aprea, al quale era stato affidato il compito di sovrintendere all’importazione dello stupefacente proveniente con volo di linea Air France da Caracas in Venezuela.

Il patrimonio illecitamente accumulato gli ha permesso di acquistare sul mercato nero due dipinti di Van Gogh di valore inestimabile, rubati nel 2002 ad Amsterdam in Olanda e ritrovati dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli in una vecchia villa a Castellamare di Stabia nel 2016 e restituiti al museo di Amsterdam dedicato al pittore olandese.

Ossessionato dalla riservatezza (di lui non esistono praticamente immagini ‘pubbliche’), l’unica immagine diffusa delle forze dell’ordine è relativa a numerosi anni fa. Il 22 gennaio 2021, in una intervista rilasciata a Il Mattino, Imperiale si è dichiarato estraneo alla vicenda, asserendo di aver comprato i preziosissimi quadri in quanto appassionato di Arte.

Vittima da ragazzo di un tentativo di rapimento al quale riesce misteriosamente a sfuggire, eredita dal fratello maggiore un coffee shop ad Amsterdam e da qui inizia la sua carriera criminale, tessendo pazientemente contatti e alleanze con i narcos sudamericani, con il clan Amato-Pagano – destinato a diventare famoso come clan degli Scissionisti – che gli consentono di diventare uno dei maggiori fornitori di cocaina delle piazze di spaccio partenopee, e con organizzazioni criminali di mezza Europa, dalla Bosnia all’Irlanda.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia