Politica
Il Partito Liberaldemocratico di Marattin lancia la sfida: “Riforma fiscale e delle pensioni. Basta immobilismo, in Italia ci vuole coraggio”
Dopo la conclusione del primo congresso del Partito Liberaldemocratico a San Lazzaro di Savena (Bologna), il PLD con il suo primo segretario nazionale, Luigi Marattin, si prepara a dare una scossa alla politica. Il partito nato dal lavoro di una pattuglia di economisti, riformisti ed ex parlamentari si propone come alternativa concreta all’attuale bipolarismo bloccato, rivendicando un’agenda pragmatica, europeista e radicalmente riformista.
«Il governo Meloni è paralizzato – afferma Marattin – ostaggio della sua destra economica, quella che ha fatto cadere Draghi per evitare le riforme e che oggi impedisce all’esecutivo persino di affrontare i nodi più urgenti». Una critica netta, che punta il dito contro l’immobilismo di una maggioranza preoccupata più dal consenso che dalla modernizzazione del Paese. Nel mirino del PLD ci sono i temi economici che da anni restano senza risposta: riforma delle pensioni, evasione fiscale, semplificazione del sistema tributario. «Promettono quota 41 per tutti quando sanno che non è sostenibile – continua Marattin – e intanto hanno bloccato la Fornero senza offrire un’alternativa seria. Si continua a illudere i cittadini, evitando di dire la verità: il nostro sistema pensionistico non regge più, serve un intervento strutturale e responsabile». Non meno grave, per il segretario liberaldemocratico, è la marcia indietro nella lotta all’evasione fiscale. «Si è fatto un passo indietro su tutto: il tetto all’uso del contante, l’obbligo di POS, le banche dati incrociate. È un messaggio culturale sbagliato, che premia chi non rispetta le regole e penalizza chi le osserva. L’Italia non può permettersi di tornare indietro».
Il PLD, nel suo documento fondativo, insiste su una visione liberale e inclusiva, fondata sul merito e sulla giustizia sociale. Marattin propone una riforma fiscale che semplifichi le aliquote, riduca la pressione su lavoro e impresa e premi chi investe e produce ricchezza nel rispetto delle regole. «Non è questione di destra o sinistra, ma di verità e responsabilità. I cittadini sanno che le promesse facili non portano lontano, e sono pronti a premiare chi ha il coraggio di dire cose impopolari ma giuste».
Accanto all’analisi economica, il PLD si candida anche a ridare centralità alla cultura delle istituzioni e alla qualità della classe dirigente. «Il nostro Paese ha bisogno di una nuova classe politica, preparata, competente, capace di reggere la complessità del mondo globale. Troppo spesso, invece, si sceglie la scorciatoia dell’ideologia o del populismo». Con l’assemblea costituente chiusa da poche ore, e una segreteria pronta a partire, il Partito Liberaldemocratico si affaccia sulla scena nazionale con un’identità chiara e ambiziosa. Marattin chiude con un appello: «Serve un fronte riformista che non abbia paura di sporcarsi le mani con le soluzioni, che non rincorra il consenso ma lo costruisca con la verità. Noi siamo pronti».
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