«Io non mi limito a fare appelli solo ad Azione, ma penso che il nostro appello debba essere rivolto anche a tanti civici che a Milano hanno sostenuto Sala e che oggi sono critici, ai liberaldemocratici di Marattin. Penso che, insieme ad Azione e a tanti altri, possiamo iniziare un percorso per costruire una proposta politica della città intorno a una figura civica di altissimo livello».

Chi pensava che le esplicite avances del coordinatore lombardo di Forza Italia Alessandro Sorte nei confronti di Azione, nelle scorse settimane, avessero solo la funzione di tastare il terreno attorno ma soprattutto dentro il centrodestra, aveva sottovalutato la situazione.
È bastato il voto amministrativo di domenica a riaccendere le polveri, con un Sorte pronto a rivendicare il ruolo di FI e soprattutto ad affermare ancora l’ambizione di una coalizione meno a destra e aperta ai riformisti e moderati.

Sorte mette sul tavolo i numeri: il difficile Comune di Rozzano, con un risultato che vede Forza Italia doppiare la Lega e attestarsi a due punti sopra Fratelli d’Italia. Poi Saronno, il Comune lombardo più grande al voto: si andrà al ballottaggio, ma gli azzurri sono il primo partito in assoluto, anche davanti al Pd, con un distacco dal Carroccio di quasi 10 punti. Poi ancora Cernusco sul Naviglio, roccaforte di centrosinistra, dove Forza Italia doppia la Lega e – se sommata a centristi e civici – sfiora il 20%. «Penso che oggi Forza Italia dia un forte segnale di presenza. Alle elezioni politiche eravamo la quinta forza in Lombardia, alle europee eravamo quarti, oggi siamo la terza forza in Regione, dopo il Partito democratico e Fratelli d’Italia – afferma Sorte – Credo che ci siano tutti gli elementi per avvicinarsi alle elezioni amministrative delle grandi città del 2027, come per esempio Milano, con un partito che possa veramente essere protagonista».

Il progetto – ormai abbastanza esplicito – è far pesare nell’equilibrio della coalizione i risultati amministrativi, intesi come la conferma sul campo di un ruolo già evidente: «Noi portiamo la classe dirigente di altri partiti al nostro interno. È il caso del consigliere regionale Licata, preveniente da Italia Viva, ma ancora prima il suo compagno di partito e segretario provinciale a Milano Filippo Campiotti». Ora, però, le rivendicazioni – proprio perché rafforzate dal risultato elettorale amministrativo – vanno portate all’interno della coalizione: oltre alle aperture politiche al centro, ci sono dei numeri che possono risultare indigesti al resto del centrodestra. Il primo campo di confronto potrebbero essere gli equilibri nella Giunta che governa la Regione Lombardia.

Forza Italia chiederà un rimpasto? «Al presidente Fontana noi non chiediamo niente. Saprà lui tirare le sue conclusioni rispetto a quello che si sta costruendo e all’avanzamento nell’area moderata del centrodestra». Ma il coordinatore azzurro, se da un lato sembra non voler forzare, dall’altro lancia un ennesimo messaggio: «Scherzosamente, ma non troppo, dico che Fontana è un presidente più in linea con Forza Italia che con la Lega…». L’occasione è buona anche per rompere ogni possibile indugio nel marcare differenze di princìpi e ideali: «Ovviamente noi siamo alternativi alla sinistra, anticomunisti per natura, ma mettiamo particolarmente l’accento sul nostro essere distinti dalla destra perché – altrettanto per natura – siamo anche antifascisti. È un nostro valore aggiunto che sta premiando la coalizione». Ormai tutte le carte sono sul tavolo. Difficile pensare che gli alleati possano fingere di non vederle.