È nato il Circolo Matteotti, che raccoglie anime politiche diverse, unite dallo spirito riformista. Al centro non alleanze elettorali, ma idee comuni per la città e per il Paese.

Un cantiere per una nuova offerta politica

Paolo Costanzo, coordinatore +Europa Milano

C’è in gioco la sorte della pace, delle libertà, della sicurezza e della democrazia. Lo sviluppo, il benessere, lo Stato di diritto e le libertà individuali oggi sono minacciate dal bipopulismo estremo che, inserendosi nelle lacerazioni dei processi in atto, sta cercando di legittimare una visione regressiva della società e della storia, restaurando una visione ottocentesca dell’autorità dello Stato. Il Paese ha bisogno di un orientamento politico riformatore, affrontarlo è molto complesso e richiede leader ispirati da un obiettivo di salvezza nazionale, volto a ridurre il rischio della polarizzazione e della demagogia. Si cresce grazie alla qualità delle istituzioni politiche ed economiche, facendo tutto il necessario affinché le democrazie liberali possano aiutarsi a vicenda, le società aperte si abituino a fare squadra, senza creare nemici immaginari ed evitando di dipendere economicamente da nazioni inaffidabili dal punto di vista geopolitico. È il momento di aprire un “cantiere costituente” con tutte le forze, i movimenti e i gruppi politici della società civile dell’area cattolica, riformatrice e liberaldemocratica che chiedono a gran voce una nuova offerta politica, che non sia condizionata dalle parole d’ordine dei populisti, dei sovranisti e dei massimalisti di ogni sorta.

Diversi, ma con le stesse battaglie

Lisa Noja, consigliera regionale Lombardia Italia Viva

Siamo persone diverse. Alcuni di noi vengono da esperienze civiche, altri appartengono a partiti dove non si chiede il permesso al leader ma si decide in libertà. Ci riconosciamo tutti in un’area politica il cui comune denominatore sono le battaglie per una giustizia sociale promotrice dei talenti, aspirazioni e progetti di vita che ogni individuo deve poter scegliere per sé, autodeterminandosi in piena libertà. Siamo uniti dalla convinzione che non esista protezione sociale senza crescita economica e che oggi, per realizzare l’uguaglianza sostanziale tra i cittadini, sia indispensabile non solo creare le opportunità, ma anche offrire gli strumenti per poterle cogliere. Il Circolo Matteotti non è, dunque, l’embrione di un nuovo partito, né il trampolino di lancio di iniziative per sostenere o favorire correnti di partiti esistenti, o inserirsi nei loro dibattiti interni. È un circolo di cultura politica scevro da schematismi e preconcetti, capace di coinvolgere tutti coloro che, pur nelle differenze, sentono oggi l’urgenza di trovare strumenti adeguati a rendere sempre più concretamente realizzati i princìpi che, dal Dopoguerra in poi, hanno costituito le pietre angolari dell’Unione europea e della nostra Repubblica: la libertà individuale, lo Stato di diritto, il rispetto e il riconoscimento dei diritti umani inviolabili, l’uguaglianza e la solidarietà sociale.

Tempo di coraggio e responsabilità

Elena Bonetti, presidente Azione

Le crisi internazionali, i nuovi equilibri geopolitici e la storia hanno mandato in frantumi la retorica del bipolarismo italiano. I populisti di destra e di sinistra si ritrovano insieme a fare lo stesso gioco, quello di far esplodere le contraddizioni interne e di indebolire gli alleati. Le sfide che l’Italia ha davanti – transizione energetica, sicurezza, Difesa comune, nuova governance economica – richiedono, al contrario, una visione di governo e la capacità di costruire soluzioni stabili. In questo contesto, Azione lavora al centro per unire le forze che condividono la vocazione di governo, che necessariamente è europeista. Il superamento della logica bipolare è una necessità, non un’opzione. Forza Italia mostra segnali di distacco da posizioni sovraniste. Nel Partito democratico esistono sensibilità riformiste con cui è possibile dialogare. Ma è il tempo delle scelte: servono coraggio e assunzione di responsabilità. È il momento di costruire una proposta politica seria, libera dai populismi e da schemi che non esistono più.

Da Milano un nuovo patto sociale

Pietro Bussolati, consigliere regionale Lombardia Partito democratico

Il 25 aprile 2017 il Pd metropolitano scese per le vie di Milano con un enorme striscione “Noi, patrioti europei” e tanti cartelli blu per celebrare il sogno europeo, il manifesto di Ventotene, un secolo di pace. Ma soprattutto per dichiararsi patrioti senza patria, in un’Europa stretta tra l’autoritarismo di Putin e l’amministrazione Trump. Sono passati otto anni e in molti si sono accorti di come la rottura del patto atlantico, i nuovi dazi trumpiani, le guerre egemoniche di Putin e la pressione della Cina possono mettere in crisi l’Europa e le democrazie liberali per come le conosciamo, e hanno sentito l’esigenza di mobilitarsi per tutelare l’Europa e la democrazia. Milano rappresenta il luogo in cui il lavoro, i professionisti, l’impresa sentono ancor più forte l’esigenza di una protezione attiva e dinamica, che non escluda la capacità di mettersi in gioco, ma unendo. È proprio in questo spirito, in questo solco, che il Circolo Matteotti trova la sua fondazione. Un insieme di persone – diverse – con ispirazione europeista, che si unisce per discutere di Europa, autonomia, riforme e difesa della democrazia. In tanti, credo, vogliono contribuire a unire e a mettere insieme le idee per sostenere crescita e solidarietà, in pieno spirito ambrosiano ed europeista.

 Contro lo smarrimento politico

Marco Ghetti, presidente L’Italia con l’Europa

Perché creare Circoli Matteotti in tutta Italia? Rispondo sul piano delle emozioni, più decisive in politica di quanto sembri. In primis smarrimento; perché non passa giorno in cui non si senta il mantra “se si votasse oggi non avrei la più pallida idea di cosa votare”. Manca l’offerta politica di una credibile alternativa di governo a questa destra, nazionalista, populista e immobilista. E l’opposizione ha il volto truce e pansindacale di Landini e quello frantumato nei cento rivoli di un riformismo litigioso. Secondo, coraggio. Matteotti vuol dire coraggio. La cosa che manca a questa politica che ha paura del cambiamento, e che Mario Draghi ci esorta a trovare. Dare, cioè osare in inglese, mollare sovranità alla casa europea per essere tutti più forti, liberi, ricchi. Meloni che va a Kyiv via Zoom è l’incarnazione di un’Italia che non osa e che ha i piedi in più scarpe. E infine amore. Amo l’Italia e soffro a vederla scendere inesorabilmente verso la marginalità internazionale, verso lo spreco dei suoi enormi talenti e tesori, verso il calo di istruzione e cultura dei cittadini, verso la perdita di competitività, verso il lento declino demografico, verso questo senso di mancanza di futuro che si avverte oggi nelle generazioni più giovani.

Storie diverse per una “nuova primavera”

Piervito Antoniazzi, coordinatore Demos Milano

Il centrosinistra milanese ha bisogno di una nuova primavera. Forse è tutto il centrosinistra nazionale ad averne bisogno, ma si sa: a volte le cose che nascono a Milano anticipano i processi del Paese. La domanda è certamente superiore all’offerta ma, in attesa che “nuovi fiori fioriscano”, accontentiamoci di protagonisti con una storia e un background consolidato. Ben venga dunque il Circolo Matteotti, purché non sia una nuova corrente, se aiuta a sparigliare, a portare nuove narrazioni, a mettere in confronto storie e persone diverse. Certo, non è ora di Aventini e nemmeno è sufficiente l’unità antifascista, persino l’essere “patrioti europei” sembra troppo poco se non coniugato al futuro, a un’Europa da federare (superare il diritto di veto), da difendere ma da innovare trovando forme di coordinamento e unità. Ci sono tante cose da imparare dall’Europa, per esempio il salario minimo ma anche la partecipazione dei lavoratori in azienda. Ma se vogliamo che le persone tornino a partecipare e a credere nella democrazia, occorre che la politica parli il linguaggio della realtà e anche del desiderio, non il linguaggio gridato degli schieramenti contrapposti stereotipati, ma il linguaggio della costruzione di coesione, del desiderio di soluzioni migliori.

Redazione

Autore