In migliaia a teatro e online per la libertà di tutti
Dalla parte giusta, un successo il dibattito promosso dal Riformista su Israele: “Cerchiamo la pace, non la guerra”

Davanti a oltre duecento persone assiepate in ogni ordine di posti al Teatro Rossini, si è svolto lunedì sera l’evento “Dalla parte di Israele”, promosso dal quotidiano Il Riformista in collaborazione con numerose realtà del mondo laico, liberale, religioso ed ebraico. Una risposta civile e culturale all’onda lunga dell’antisemitismo e dell’odio anti-israeliano, divenuto ormai sistemico anche in alcuni settori del dibattito pubblico italiano.
A condurre la serata, Aldo Torchiaro e Tiziana Della Rocca, che fin dall’inizio hanno sottolineato il valore simbolico della partecipazione: non solo la sala piena, ma anche le migliaia di persone collegate in diretta streaming sul sito del Riformista e su Radio Radicale. Ha aperto i lavori Claudio Velardi, direttore del quotidiano promotore dell’iniziativa, con un intervento breve ma incisivo. A seguire, è stato trasmesso un videomessaggio del ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar. Il presidente della Comunità ebraica romana, Victor Fadlun, ha richiamato il valore dell’identità e della difesa delle libertà fondamentali, mentre il colonnello britannico Richard J. Kemp ha ribadito in video il diritto di Israele a difendersi contro le aggressioni del fondamentalismo islamico. Ampio spazio è stato dato alle nuove generazioni, con i contributi appassionati di Noà Bentura, Luca Sablone e Anouk Levy, simbolo di un’attivazione civile che parte dal basso. Poi, il dibattito è entrato nel vivo con gli interventi istituzionali: il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata (Fratelli d’Italia) ha parlato del ruolo dell’Italia nella difesa dei valori dell’Occidente, seguito dall’onorevole Luigi Marattin (Partito Liberaldemocratico), che ha sottolineato la necessità di una risposta bipartisan e senza ambiguità.
Particolarmente denso il segmento dedicato ai media e all’antisemitismo: Bruno Spinazzola ha introdotto un’intervista al fondatore di Media-Ratings Philippe Karsenty, proiettata in sala. Subito dopo, sono intervenuti Paolo Liguori, direttore editoriale di Tgcom24, e Alex Zarfati, esponente del Progetto Dreyfus, che ha analizzato la narrazione tossica sul conflitto israelo-palestinese. Il panel dedicato ai “nuovi nemici della libertà delle donne” ha visto Nicoletta Tiliacos introdurre gli interventi della storica Lucetta Scaraffia e della giornalista parlamentare Giovanna Reanda: un affondo lucido contro la propaganda islamista travestita da progressismo. Nelle prospettive finali, si sono alternati sul palco il generale Vincenzo Camporini e l’ambasciatore Luigi Mattiolo, già rappresentante d’Italia in Israele, cui è seguito un videomessaggio del presidente del Jerusalem Center for Public Affairs, Dan Diker. Hanno concluso la serata i contributi del giornalista Massimo De Angelis, della rappresentante evangelica Shirley Yvonne Rose insieme a Claudia Condemi, e l’intervento del presidente dell’associazione Setteottobre, Stefano Parisi, promotore dell’iniziativa.
In chiusura, le parole vibranti di Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice, hanno raccolto in un’unica cornice i temi della serata: il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, il pericolo crescente dell’antisemitismo europeo e la necessità per il mondo democratico di dire, finalmente e senza esitazioni, da che parte stare. Ma la vera sorpresa è arrivata proprio sul finale, quando, tra gli applausi generali, ha preso la parola l’ambasciatore di Israele in Italia, Jonathan Peled. Salito sul palco senza preavviso, ha ringraziato gli organizzatori e tutti i presenti per il sostegno espresso. “Israele è un Paese che cerca la pace, non la guerra”, ha detto. “Vogliamo costruire un futuro di pace nel dialogo con tutta la regione”. Un messaggio forte, accolto da una standing ovation che ha chiuso con emozione e condivisione l’intera serata.
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