La cena del 9 maggio 2019 fra Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione nazionale magistrati, e Giuseppe Pignatone, ex procuratore di Roma, al ristorante Mamma Angelina ai Parioli venne registrata con il trojan. Trova, dunque, conferma lo scoop del Riformista del 9 marzo del 2021. La clamorosa novità emerge dalla maxi consulenza tecnica dell’ingegner Lelio della Pietra, informatico forense, incaricato dall’ex componente del Csm Antonio Lepre. L’ex togato di Palazzo dei Marescialli, attuale consigliere della Corte d’appello di Napoli, aveva dato mandato all’ingegnere della Pietra di verificare se il trojan inserito nel cellulare di Palamara fosse stato in qualche modo ‘taroccato’.

Lepre, proprio a seguito di alcune captazioni, in particolare quelle effettuate presso l’hotel Champagne, era stato costretto alle dimissioni con conseguente sanzione disciplinare della sospensione dalle funzioni. La domanda rivolta all’ingegnere era finalizzata a conoscere se il trojan avesse subito “manipolazioni” nelle programmazioni e registrazioni. Della Pietra ha analizzato i file, incrociando i dati forniti da Rcs, la società di Milano che aveva noleggiato il software spia al Gico della guardia di finanza su ordine della Procura di Perugia. I risultati della maxi perizia, trasmessa l’altro giorno “per competenza” alle Procure di Napoli, Perugia e Firenze, lasciano interdetti: non esiste corrispondenza fra le captazioni effettuate e le registrazioni, con ‘anomale’ modifiche da parte degli operanti. Addirittura ci sarebbero casi di modifiche di file di cui non esiste la programmazione o dove manca l’audio “Comportamenti assolutamente inconcepibili per un software che deve garantire evidenza probatoria”, ricorda l’ingegnere.

Rcs, dopo lo scoop del Riformista, aveva fornito chiarimenti al procuratore di Perugia Raffaele Cantone. Chiarimenti non ritenuti plausibili dal consulente di Lepre, il quale aveva anche sottolineato che “nei giorni 8 e 9 maggio 2019 si verificano contemporaneamente più diversi tipi di anomalie con interruzioni impreviste della captazione”. Di fatto una “acclarata manipolazione che risulta in maniera eloquente”. Chi ha dato, allora, l’ordine ai finanzieri di ‘modificare’ il trojan? Hanno fatto tutto da soli? Sono domande che in questi anni nessuno gli ha mai posto e che sarebbe opportuno iniziare a fare. Tornando, invece, alla cena al ristorante, Palamara nelle sue innumerevoli interviste ha sempre evitato di raccontare nei particolari cosa avvenne durante quella serata. Il giorno prima, ed è un dato ormai acclarato, insieme a Cosimo Ferri, ex leader di Magistratura indipendente, aveva discusso della nomina del nuovo procuratore di Roma, all’insaputa del principale candidato, Marcello Viola, ora procuratore di Milano.

L’esperienza insegna che quando dei magistrati si siedono intorno ad una tavolo prima o poi iniziano a discutere anche di nomine ed incarichi. Accade così anche da Mamma Angelina? Palamara raccontò a Pignatone cosa era successo la sera prima all’hotel Champagne? O commentò l’ultima partita dell’A.S. Roma di cui è tifosissimo? Si tratta, ovviamente di supposizioni. Ma dopo oltre tre anni qualche chiarimento in più non guasterebbe.