Una donna e due uomini ostaggi di Hamas dopo cento giorni di guerra, dopo cento giorni dall’attacco del 7 ottobre che ha sconvolto Israele. E’ il video pubblicato dai terroristi che, dopo settimane di silenzio, mostra vivi tre ostaggi: Noa Argamani, Yossi Sharabi e Itay Svirsky. A raccontare i dettagli dei tre israeliani mostrati in video da Hamas è il quotidiano Haaretz. Noa, 26 anni, è stata rapita al rave party nel deserto mentre era in compagnia del fidanzato e ripresa nei video mentre veniva trasportata su una moto verso la Striscia di Gaza. Itay Svirski, 38 anni, di Tel Aviv, è stato sequestrato mentre era in visita alla sua famiglia nel Kibbutz Be’eri. I suoi genitori, Orit e Rafi Svirski, sono stati assassinati. Yossi Sharabi, 53 anni, di Be’eri, è stato invece rapito da casa sua.

Il video degli ostaggi: non è chiaro quando sia stato girato

Nel filmato, non è al momento chiaro quando sia stato girato, i tre parlano in ebraico e chiedono alle autorità israeliane di agire per il loro ritorno a casa. Il sito israeliano Ynet sceglie invece di non riportare le dichiarazioni dei tre, poiché “molto probabilmente sono state dettate loro dai loro rapitori per scopi di terrore psicologico e propaganda”.

 

Ostaggi a Gaza, Hamas: “Molti uccisi da bombardamenti israeliani”

Il video arriva nella stessa giornata in cui il portavoce delle Brigate al-Qassam, il braccio armato di Hams, Abu Obeida, sottolinea che “di molti degli ostaggi portati nella Striscia di Gaza il 7 ottobre ”non sappiamo nulla” e ”molto probabilmente molti di loro sono stati uccisi a causa dei bombardamenti israeliani. Gli altri – precisa -sono in pericolo e il nemico è responsabile del loro destino”, ha aggiunto.

Intanto il sistema sanitario di Israele si sta preparando all’eventualità che alcune delle donne tra i numerosi ostaggi ancora in mano ai terroristi di Hamas possano ritrovarsi con gravidanze indesiderate a seguito degli stupri subiti durante la prigionia. Secondo fonti sanitarie, interpellate dai media israeliani, alcune delle donne ostaggio di Hamas si troverebbero in stato interessante a seguito di ripetuti stupri e i medici stanno cercando di prepararsi a gestire queste situazioni, con tutti i potenziali traumi che comporterebbero.

Ostaggi, Biden: “Faremo di tutto per riportarli a casa”

Sugli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, è intervenuto anche il presidente americano Joe Biden: “Oggi, segniamo un traguardo devastante e tragico: 100 giorni di prigionia per più di 100 persone innocenti, compresi ben 6 americani, che sono ancora tenuti in ostaggio da Hamas a Gaza. Per 100 giorni, hanno vissuto nella paura, non sapendo cosa porterà il domani. Per 100 giorni, le loro famiglie hanno vissuto in agonia, pregando per il ritorno sicuro dei loro cari. E per ognuno di quei 100 giorni, gli ostaggi e le loro famiglie sono stati in prima linea nella mia mente come nella mia squadra di sicurezza nazionale e ho lavorato senza sosta per cercare di garantire la loro libertà”.

Biden aggiunge: “Da quando Hamas ha brutalmente attaccato Israele il 7 ottobre, la mia amministrazione ha perseguito una diplomazia aggressiva per riportare a casa gli ostaggi. Abbiamo visto i primi risultati di questo sforzo alla fine di ottobre, quando due americani si sono riuniti con i loro cari. A novembre, lavorando in stretto coordinamento con Qatar, Egitto e Israele, abbiamo mediato una pausa di sette giorni nei combattimenti che ha portato al rilascio di 105 ostaggi, tra cui un bambino americano di 4 anni, e ci ha permesso di aumentare gli aiuti umanitari vitali aggiuntivi a Gaza. Ero profondamente impegnato a garantire, sostenere ed estendere quell’accordo. Purtroppo, Hamas si è ritirata dopo solo una settimana. Ma gli Stati Uniti e i nostri partner non si sono arresi. Il Segretario Blinken è tornato nella regione la scorsa settimana alla ricerca di un percorso in avanti per un accordo per liberare tutti quelli ancora detenuti. Non vedo l’ora di proseguire negli stretti contatti con le mie controparti in Qatar, Egitto e Israele per restituire tutti gli ostaggi a casa e alle loro famiglie. Non dimenticherò mai il dolore e la sofferenza che ho sentito nei miei incontri con le famiglie degli ostaggi americani. Nessuno dovrebbe sopportare nemmeno un giorno di quello che ha passato, tanto meno 100. In questo terribile giorno, ribadisco nuovamente la mia promessa a tutti gli ostaggi e alle loro famiglie: siamo con voi. Non smetteremo mai di lavorare per riportare a casa gli americani”.

Redazione

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