La centrale nucleare di Zaporizhzhya, in Ucraina, continua a fare paura. L’impianto, il più importante del Paese, è occupato dalle forze russe. Ma con la controffensiva ucraina in corso e con la regione che inevitabilmente rientra tra quelle che Kiev vuole riconquistare, la centrale è di nuovo al centro delle cronache, terrorizzando tanto gli ucraini quanto la comunità internazionale. In un continuo rimpallo di accuse, sia il governo di Volodymyr Zelensky che quello di Vladimir Putin ritengono che il rispettivo nemico stia predisponendo i piani per un attacco sul sito.

Il presidente ucraino ne ha parlato anche con il premier spagnolo Pedro Sanchez a Kiev. In caso di ritiro delle sue forze «c’è la seria minaccia che la Russia possa provocare da remoto un’esplosione nella centrale, provocando il rilascio di radioattività» ha detto il capo dello Stato. E nel frattempo, si rincorrono voci su una presunta e non verificata riduzione del personale russo della centrale. Qualcuno ha parlato di un centinaio di tecnici della Rosatom già andati via.

Ma come riportato dall’Ansa, l’amministratore militare del distretto di Nikopol, Yevhen Yevtushenko ha detto ad alcuni giornalisti – tra cui uno della stessa agenzia – che non vi sarebbero segnali di sgombero. L’Institute for the Study of War, in uno dei suoi quotidiani resoconti sulla guerra, ha descritto l’eventualità di un «un incidente nucleare di origine russa» come «improbabile ma non impossibile». Di sicuro, come confermano gli analisti, sarebbe del tutto inverosimile l’ipotesi di un incidente «controllato», dal momento che le conseguenze scatenate da un collasso di una struttura come quella di Enerhodar non sono definibili a priori.

La Russia, attraverso le parole del ministro degli Esteri, il redivivo Serghei Lavrov, ha smentito le accuse rivolte a Mosca sull’utilizzo della centrale come “arma”, rovesciandole al contrario nei confronti della stessa Ucraina. A detta dei funzionari russi, l’ipotesi di Kiev sarebbe «una totale assurdità» frutto di una guerra dell’informazione. Non solo, il rappresentante russo presso le Nazioni Unite ha anche sostenuto che sia l’Ucraina a preparare un attacco contro l’impianto di Zaporizhzhya, chiedendo al Segretario generale di intervenire per prevenire questo tipo di scenario.

Un consulente di Rosenergoatom, Renat Karchaa, in un’affermazione alquanto paradossale ha parlato addirittura di un piano della Nato per sfruttare l’incidente e intervenire nel conflitto. Il governo ucraino, intanto, ha deciso di preparare a ogni tipo di evenienza esercitandosi in diversi oblast proprio sulle risposte da dare in caso di eventi avversi nell’impianto. Gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, al momento, confermano che non vi sono notizie né rapporti che indicano la presenza di esplosivi all’interno della centrale nucleare.

Tuttavia, a preoccupare gli esperti internazionali, oltre al fatto che l’impianto sia occupato da forze in guerra e che quindi possa essere usato come scudo o essere obiettivo di attacchi, è la situazione generale del sito, che di certo non può essere in condizioni ottimali. La stessa Aiea ha dato la notizia che la centrale è stata ricollegata in questi giorni all’unica linea elettrica di riserva. Con la distruzione della diga di Nova Kakhova, inoltre, che è considerata dall’Ucraina il precedente fondamentale per accusare i russi di utilizzare le infrastrutture come arma di ricatto o per ostacolare la controffensiva vi sono state ripercussioni anche sull’approvvigionamento di acqua per gli impianti di raffreddamento della centrale nucleare. È evidente che questa è la prova che la situazione rimane critica.