Dopo Bucha e Izyum, nuovi ‘segni’ dell’orrore della guerra in Ucraina arrivano da Pisky-Radkivski. È nella città dell’oblast di Kharkiv che i militari dell’esercito ucraino hanno scoperto una nuova “camera di tortura”, l’ultima di una serie di strutture allestite nei territori occupati dai militari russi per torturare ed estorcere informazioni.

Nelle foto pubblicate su Twitter dal ministero della Difesa di Kiev vengono mostrate una maschera antigas fatta indossare a una vittima, coperta con uno straccio che bruciava e poi sepolta viva, e una scatola piena di corone dentali d’oro, presumibilmente strappate via dalla bocca dei cittadini ucraini torturati durante l’occupazione militare del villaggio di Pisky-Radkivski, recentemente liberato dalle truppe di Volodymryr Zelensky nel corso della controffensiva militare nel sud-est del Paese.

Della presenza di una camera delle torture nel villaggio di Pisky-Radkivski ne aveva dato notizia la polizia ucraina già lunedì 3 ottobre, ora confermata dal ministero della Difesa di Kiev, che ha descritto quanto accaduto come “una mini Auschwitz”.

Dopo la liberazione del villaggio di Pisky-Radkivski – ha scritto su Facebook Serhiy Bolvinov, capo del dipartimento investigativo della polizia nazionale nella regione di Kharkiv – i residenti locali hanno riferito alla polizia che nel seminterrato di una delle case, da cui provenivano costantemente urla, erano tenuti prigionieri residenti locali, soldati dell’Ato (operazione antiterrorismo, ndr) e prigionieri di guerra delle forze armate ucraine. Investigatori e pubblici ministeri stanno lavorando per stabilire tutti i fatti che hanno avuto luogo in questa camera di tortura“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.