L'incubo escalation
Zelensky non vuole la pace, Putin prepara test nucleari: lo schiaffo al Papa (e Musk)
Il Times di Londra sostiene che Putin sta preparando un test nucleare da tenere vicino al confine ucraino. Cioè sta alzando il livello delle minacce. Sono circa 200 mila gli uomini e le donne mobilitati da Mosca, e che in queste ore e in questi giorni si stanno preparando militarmente per entrare in azione in Ucraina. Sono loro la chiave del piano di controffensiva di Putin, che al momento sta subendo varie sconfitte militari e su vari fronti è costretto ad arretrare. Ieri gli ucraini hanno sfondato le linee russe nella Regione di Kherson.
Forse per queste ragioni, cioè valutando i successi militari, Volodymyr Zelensky ha firmato un decreto che sbaraglia ogni possibilità di avviare un negoziato col Cremlino. Il decreto addirittura vieta le trattative. Diciamo che potrebbe essere interpretato come una risposta furiosa e sprezzante all’appello rivolto due giorni fa dal papa a Mosca e a Kiev. Oltre al papa, sul fronte pacifista, si è mosso Elon Musk, l’imprenditore cinquantenne di origini sudafricane e di radici americane che è considerato l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio personale di quasi 250 miliardi di dollari. Ha lanciato una proposta di pace che pare sia piaciuta a Mosca e non sia piaciuta a Kiev e agli americani.
Siccome questa smania di guerra forse non sembra ancora sufficiente, ci si è messa anche la Corea del Nord che ha lanciato un missile che ha sorvolato il Giappone e gettato nel panico gli abitanti di Tokio. Ci mancava solo Kim, in questo delirio di bulli. Capite bene che la situazione è sempre più tragica. Ogni giorno peggiora. Ieri su questo giornale abbiamo parlato del papa e abbiamo detto che predica nel deserto. Come successe anche a Gesù (Gesù però nel deserto sconfisse Satana, oggi invece sembra improbabile che il papa riesca a sconfiggere la guerra).
Abbiamo scritto che le grandi potenze in guerra – Usa e Russia, fondamentalmente – non intendono neppure prendere in considerazione la saggezza di Francesco. Il papa in realtà si era limitato a dire la più ragionevole di tutte le cose possibili. Aveva chiesto a Putin di fermare la violenza e a Zelensky di formulare delle proposte di pace ragionevoli. La risposta è stata netta e arrogante. Dobbiamo pensare che il muro sollevato da Zelensky sia solo un colpo di Zelensky? È più probabile immaginare che sia stato concordato con gli Stati Uniti. Allo stato delle cose pare evidente che gli Stati Uniti non intendono in nessun modo rinunciare alla guerra.
Del resto raramente gli Stati Uniti rinunciano alla guerra. In questo caso sono aiutati da Mosca, che a sua volta si dice pronta a trattare ma poi non compie alcun gesto distensivo. Davvero c’è il rischio di guerra nucleare? A lume di naso è improbabile, ma nessun osservatore europeo è in grado di distinguere tra operazione della propaganda – delle due parti – e fatti veri. La notizia lanciata dal Times, che in tempi normali è considerato il più autorevole giornale del mondo, forse è vera, forse serve solo ad alimentare la tensione. La domanda è questa: ma se fosse vera, e quindi se Londra e Washington temessero davvero la possibilità di una guerra nucleare, non sarebbe il momento di fare qualunque cosa pur di avviare un percorso di pace?
Purtroppo non è detto. Gli Usa vedono l’Ucraina come un territorio lontano e non sono preoccupati per la propria sicurezza. E l’Europa è ormai del tutto priva di leadership. Si accoda. Si accoda e paga. Paga in armi, in sovvenzioni all’Ucraina e soprattutto in blocco della propria economia. Che rischia il disastro. È chiaro che l’Europa, e soprattutto i paesi più deboli (per esempio l’Italia) non sono assolutamente in grado di resistere alle – diciamo così – autosanzioni. E che potrebbero subire un danno irreversibile dalla propria attitudine di assecondare solo le idee e gli interessi americani. Recessione, paralisi produttiva aumento vertiginoso della povertà. Ma la leadership europea è così debole che sembra che nessuna altra via sia possibile. Oggi, del resto, chi detta la linea, in Europa, non è più la Merkel, non è la Francia, non è Scholz e non è Draghi. È Zelensky.
Dicevamo di Musk. Quale è stata la sua proposta? Semplice. Riconoscimento della Crimea come territorio russo e ripetizione del referendum in Donbass. Annullamento del referendum farsa gestito dai russi e indizione di un referendum – dice il miliardario- interamente gestito dall’Onu e da una autorità internazionale. In questo modo – spiega Musk – affidiamo non alle armi ma alla autodeterminazione di un popolo la sorte del Donbass.
L’uscita di Musk è stata considerata da Kiev, dall’Europa e dagli Usa, una pura provocazione. Probabilmente in Occidente non c’è grande sicurezza sull’esito di un referendum regolare. Musk ha risposto alle polemiche ricordando che lui è accorso in difesa dell’Ucraina, mettendo a disposizione il suo sistema di satelliti. E pagando 80 milioni di dollari. Ha anche precisato di non avere dato neppure un cent ai russi. Niente da fare. Anche la stampa italiana, ormai, lo ha bollato come un amico di Putin. Un po’ come Francesco…
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