A chi lo accusava di posizione ambigue sulla Russia e sul conflitto in Ucraina, Papa Francesco ha risposto con parole nette. Il pontefice, durante il volo di rientro in Vaticano dalla sua visita in Kazakistan, dove ha partecipato a una importante conferenza interreligiosa, si è espresso con i giornalisti presenti sull’aereo su temi complessi come il diritto alla difesa e all’uso delle armi da parte della popolazione ucraina.

Un diritto alla difesa che “non è solo lecito, ma anche un’espressione di amore alla patria”, ha spiegato Bergoglio rivolgendosi ai cronisti, fermano restando la condanna della guerra, che è “in sé stessa un errore”.

Quanto all’opportunità di rifornire di armi il governo di Kiev, la posizione si sfuma un po’ ma resta chiara: rispondendo al giornalista tedesco Rüdiger Kronthaler, il pontefice ha spiegato che si tratta di “una decisione politica, che può essere morale, moralmente accettata se si fa con le condizioni di moralità, che sono tante e poi possiamo parlarne. Ma può essere immorale se si fa con l’intenzione di provocare più guerra, o di vendere le armi, o di scartare le armi che a me non servono più”.

Quindi l’altro punto chiave del dibattito internazionale sul conflitto, ovvero sulla possibilità di portare avanti il dialogo col Cremlino, con lo ‘Zar’ Vladimir Putin che dal 24 febbraio scorso ha invaso con le sue truppe l’Ucraina. Per Francesco dialogare con chi ha ucciso migliaia di persone “è difficile”, ma bisogna comunque farlo “perché c’è sempre la possibilità che nel dialogo si possano cambiare le cose”.

Quindi, imitando il gesto con cui ci si tappa il naso, il pontefice ha ricordato che il il dialogo non va escluso “con qualsiasi potenza, che sia in guerra, che sia l’aggressore. A volte il dialogo si deve fare così, ma si deve fare, ‘puzza’ ma si deve fare”. Altrimenti, ha aggiunto il Papa, si chiude quella che ha definito “l’unica porta ragionevole per la pace”.

Parole diverse rispetto a quelle emerse lo scorso giugno, quando era stata pubblicata dalla rivista ‘Civiltà Cattolica’ la conversazione tra il pontefice e  direttori e le direttrici delle riviste culturali gesuite. In quell’occasione Francesco aveva criticato  Nato e l’Occidente per aver “abbaiato alla porta” della Russia, dicendosi “contrario a ridurre la complessità alla distinzione tra i buoni e i cattivi, senza ragionare su radici e interessi, che sono molto complessi”.

Redazione

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