Serghei Gorenko, procuratore generale della autoproclamata Repubblica di Lugansk, nell’est dell’Ucraina, è morto questa mattina ucciso da una bomba che è esplosa nel suo ufficio nella capitale della regione. 

A riferirlo è stata l’agenzia russa Interfax, che ha comunicato la morte anche del vice procuratore generale, a sua volta rimasto ucciso nell’esplosione: si tratta di Yekaterina Steglenko. I filorussi che dal 2014 hanno avviato una guerra civile contro il governo di Kiev, autoproclamandosi Repubblica autonoma, hanno accusato il governo centrale guidato da Volodymyr Zelensky di aver organizzato l’attentato dinamitardo avvenuto negli uffici della Procura nel centro di Lugansk.

Secondo Leonid Psechnik, capo dell’autoproclamata Repubblica di Lugansk, l’attentato che ha ucciso Gorenko e la vice Steglenko “è la prova che l’Ucraina, sotto la guida dell’attuale leadership, è uno Stato terrorista”, ha scritto sul suo canale Telegram.

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Sempre questa mattina anche una terza figura di spicco delle amministrazioni installate dai russi nei territori conquisti in Ucraina è morta. L’attacco è avvenuto a Berdyansk, città portuale dell’Ucraina sud-orientale, nella regione di Zaporizhzhia: qui Oleg Boyko, vice capo dell’amministrazione locale filo-russa, e sua moglie, che guidava la commissione elettorale territoriale, sono stati uccisi.

A riportarlo sono ancora una volta le agenzie stampa di Mosca, che citando le autorità filorusse di Berdyansk riferiscono che Oleg Boyko e sua moglie Lyudmila “sono stati uccisi vicino al loro garage”.

Ma l’offensiva ucraina ha colpito anche a Kherson, altra città nella parte meridionale del Paese, occupata dai russi. Almeno cinque missili Himars hanno colpito l’edificio dell’amministrazione militare filorussa, una persona è rimasta uccisa e un’altra è ferita. I primi a darne notizia sono stati i media ucraini. Alcuni video pubblicati sui social media e da RIA Novosti mostrano danni agli edifici, il corpo di una persona e un ferito.

Redazione

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