L'incontro tra i due leader a Samarcanda
Alleati quasi “senza limiti”, faccia a faccia Putin-Xi Jinping: “Orribile tentativo dell’Occidente di creare un mondo unipolare”

Il Presidente cinese Xi Jinping e il Presidente russo Vladimir Putin si sono incontrati (per la 39esima volta) a Samarcanda, in Uzbekistan. È il primo incontro tra i due leader dopo l’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Lo scorso febbraio Putin e Xi Jinping si erano incontrati a Pechino. Il Presidente russo era stato l’unico leader di una grande potenza mondiale a partecipare alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi invernali – gli altri avevano boicottato l’evento in forma di protesta contro le violazioni dei diritti umani in Cina. Fu in quella occasione che i due leader diffusero un comunicato in cui si rimarcava l’alleanza “senza limiti” tra Russia e Cina e si attaccava Occidente e NATO per le loro interferenze.
Dopo meno di due settimane, il 24 febbraio 2022, Putin ordinò l’avvio della cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina. Secondo alcune inchieste Xi Jinping sarebbe stato messo al corrente dalla guida del Cremlino dell’invasione: non è mai arrivata una conferma. Pechino si è però sempre tenuta lontana dalla guerra, pur esprimendosi a parole a favore di Mosca ha sempre evitato l’invio di aiuti militari o economici che avrebbero potuto scatenare sanzioni da parte degli Stati Uniti e degli stati occidentali. Dopo il viaggio della speaker della camera americana Nancy Pelosi nel sud-est asiatico, con tappa anche a Taiwan che ha fatto salire la tensione tra Washington e Pechino, è tornata di attualità la decennale disputa sull’isola, che molti osservatori hanno paragonato con le dovute differenze alla relazione tra Ucraina e Russia.
Xi Jinping non viaggiava al di fuori della Cina da prima dell’esplosione della pandemia da SARS-CoV-2, e quindi da prima del febbraio del 2020. La Cina continua ancora oggi a perseguire una strategia “zero Covid” che ha imposto rigidi lockdown, il quasi totale divieto di spostamenti all’estero e test di massa per contenere i focolai. È arrivato prima in Kazakistan, dove ha incontrato il presidente Kassym-Jomart Tokayev, e se anche i riflettori di tutto il mondo erano puntati sul vertice di Samarcanda, va ricordato che Astana detiene il 40% delle riserve di uranio del mondo, metallo fondamentale per produrre l’energia atomica. Sempre dal Kazakistan la Cina ha lanciato nel 2013 il suo piano di finanziamenti e infrastrutture “Belt and Road Iniziative”.
Il viaggio del leader cinese ha insomma l’obiettivo di consolidare ed espandere interessi e influenze della Cina in Asia Centrale – e il prossimo ottobre si terrà il XX Congresso del Partito Comunista in Cina. Giovedì e venerdì in programma a Samarcanda l’incontro dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco), un organismo intergovernativo per la mutua sicurezza e la cooperazione politica ed economica, composto da nove stati asiatici ed europei. L’incontro tra il leader russo e quello cinese è stato piuttosto esaltato dalle autorità russe, meno entusiasmo invece da parte delle autorità cinesi.
“I tentativi di creare un mondo unipolare” da parte dell’Occidente “hanno assunto forme assolutamente orribili”, ha detto Putin incontrando Xi Jinping. Sempre secondo la Tass, Putin ha detto a Xi Jinping che comprende “le preoccupazioni della Cina sulla questione ucraina” e che intende “chiarire la posizione russa” a tal proposito. La Russia è “fermamente impegnata” nel riconoscimento del principio di una sola Cina e condanna “le provocazioni degli Usa a Taiwan”, ha aggiunto il Presidente del Cremlino. La Cina è pronta a lavorare con la Russia “come tra grandi potenze”, ha affermato il presidente Xi Jinping parlando con l’omologo russo.
L’economia cinese ha subito un contraccolpo, come tutta l’economia mondiale, a causa della guerra in Ucraina: l’export-import verso gli USA è calato, è cresciuto invece quello con la Russia, del 31%, quota 117 miliardi di dollari, tra gennaio e agosto. Secondo Mosca quest’anno l’interscambio toccherà 170 miliardi di dollari ed entro il 2024 arriverà alla quota di 200 miliardi. I due Paesi hanno stretto anche un accordo sulla nuova pipeline “Power of Siberia 2” che però non dovrebbe entrare in funzione prima del 2024. Per sopperire alle mancanze di materiale bellico, secondo diverse inchieste, pare che però la Russia si sia rivolta alla Corea del Nord.
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