Annettere i territori “liberati” in Ucraina al Paese con un referendum da tenere il 4 novembre prossimo, giorno in cui si celebra l’unità nazionale russa. È questa la proposta avanzata da Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, per annettere i territori conquistati nel corso della guerra in Ucraina scoppiata lo scorso 24 febbraio alla Federazione Russa.

Per Andrei Turchak, segretario generale del partito, c’è bisogno di approfittare di questa “data storica” per avanzare sulla strada dell’annessione dei territori che Mosca considera “liberati”. “È giusto tenere i referendum nel Donbass e nei territori liberati il 4 novembre“, ha affermato Turchak, citato dalla Tass.

Secondo il fedelissimo del presidente Putin, col referendum “Donetsk, Lugansk e molte altre città russe torneranno finalmente a casa. E il mondo russo, oggi diviso da confini formali, riacquisterà la sua integrità“.

Una proposta che arriva mentre in Ucraina si continua a combattere quotidianamente, in una guerra sempre più ‘di posizione’ tra due eserciti che fanno pochi passi in avanti, o indietro. Gli scontri chiave sono in particolare nel Donbass, la regione nell’Est dell’Ucraina che già dal 2014 è parzialmente occupata dai separatisti filo-russi, e a Kherson, nel sud del Paese.

Proprio qui si sta concentrando la controffensiva delle truppe di Volodymyr Zelensky che, stando a quanto scrive il centro studi statunitense Institute for the Study of War, stanno facendo graduali passi in avantidanneggiando in maniera tangibile la logistica e la capacità amministrativa russe nell’Ucraina del sud”.

Proprio per questo gli iniziali propositi delle autorità locali filo-russe, che governano il territorio occupato, di tenere un referendum sull’annessione della regione, sarebbe stato posticipato per motivi di sicurezza. Una notizia accolta anche dagli analisti militari come sintomo del fatto che la controffensiva ucraina sta preoccupando le autorità russe nella città occupata.

Redazione

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