Nancy Pelosi è ripartita, ha lasciato Taiwan, ma le tensioni sull’isola restano, anzi crescono. Alle 12 locali, le 6 italiane, la Cina ha dato il via alle più grandi esercitazioni militari mai fatte intorno a Taiwan. Una risposta alla visita della speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Una iniziativa che Pechino ha bollato come una “grande provocazione”, il ministero degli Esteri aveva parlato di “serie conseguenze”. I medi ufficiali stanno ricordando che si tratta di “manovre militari e d’addestramento su vasta scala”.

La Cina considera Taiwan, una democrazia indipendente, parte del suo territorio. È tra i Paesi più democratici dell’area, il suo governo è eletto autonomamente, indipendentemente da quello cinese. Dista 160 chilometri dalle coste della Cina, ci vivono 23 milioni di persone, vi si produce un’altissima percentuale di semi conduttori destinati a tutto il mondo. Alla fine della seconda mondiale era tornata a Pechino ma dal 1949, dopo la guerra civile vinta dai comunisti di Mao Zedong contro i nazionalisti guidati dal generale Chiang Kai-Shek questi ultimi si ritirarono sull’isola e proclamarono la Repubblica di Cina. Contesa ancora aperta.

Le manovre militari e d’addestramento dell’Esercito Popolare di liberazione su vasta scala hanno incluso colpi di artiglieria e missili in sei aree marittime off-limits a navigazione e sorvolo. Diverse aree sconfinano nelle acque territoriali e interne di Taiwan oltre che nella zona economica esclusiva del Giappone. Presenza massiccia di carri armati anfibi leggeri di tipo 63° e di altri pericoli militari nella città di Xiamen, provincia del Fujian, a pochi chilometri dall’isola taiwanese di Kinmen. L’esercito cinese ha sparato proiettili non identificati verso lo Stretto di Taiwan: a Pingtan, isola cinese situata vicino alle manovre in corso, i giornalisti hanno visto sparare diversi proiettili nei pressi di installazioni militari diretti verso il mare e seguiti da pennacchi di fumo bianco.

La Marina e l’Aviazione militare cinesi tra oggi e domenica terranno sei esercitazioni, con munizioni vere, nelle acque attorno a Taiwan. Due delle aree sono distanti meno di venti chilometri dall’isola, una meno di dieci e un’altra a una cinquantina di chilometri dalla capitale Taipei. Taiwan ha già fatto sapere che 27 aerei da guerra cinesi sono entrati nella zona di difesa aerea. Le forze armate di Taiwan monitorano infatti costantemente la situazione. In una nota del ministero della Difesa dell’isola si legge: “Non cerchiamo l’escalation, ma non ci fermiamo quando si tratta della nostra sicurezza e sovranità. Sosterremo il principio di prepararsi alla guerra senza cercare la guerra e con l’atteggiamento di non intensificare i conflitti e non causare controversie”.

“Gli Stati Uniti non vi abbandoneranno” e “porto l’impegno americano a sostegno della democrazia”, due delle frasi che Pelosi ha indirizzato a Taiwan dove ha incontrato la presidente Tsai Ing-wen e visitato il parlamento. L’iniziativa ha provocato un terremoto diplomatico nelle relazioni tra Pechino e Washington, già ai minimi storici, e rischia di avviare un’escalation militare. Il governo cinese ha convocato l’ambasciatore americano, sospeso le importazioni di agrumi, dolciumi e prodotti ittici. “Chi gioca col fuoco finirà bruciato” aveva detto al Presidente americano Joe Biden il presidente cinese Xi Jinping, in riferimento alla visita di Pelosi. L’ultima volta che un presidente della Camera si era recato in visita sull’isola era il 1997, il repubblicano Newt Gingrich, che prima aveva visitato la Cina: la situazione diplomatica e internazionale era completamente differente.

“Una misura legittima e necessaria per proteggere in modo risoluto la sovranità nazionale”, ha definito le esercitazioni il portavoce del ministero degli Esteri cinesi Hua Chunying nel briefing quotidiano. “Le contromisure della Cina contro la visita di Pelosi saranno risolute, energiche ed efficaci”. La Russia ha espresso solidarietà a Pechino e condannato il viaggio della speaker americana. Preoccupa diversi osservatori la probabilità che a Taiwan possa riproporsi lo schema Ucraina. L’Alto Rappresentante per la Politica Estera dell’Unione Europea Josep Borrell ha invece condannato le “esercitazioni militari mirate” della Cina intorno a Taiwan.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.