Una teoria che, se non provenisse da uno dei dittatori più sanguinari e pericolosi della Terra, potrebbe quasi strappare delle risate. È infatti a dir poco fantasiosa la spiegazione fornita dal regime nord coreano di Kim Jong-un per giustificare la presenza del Sars-Cov-2 nel Paese, negata per oltre due anni da Pyongyang.

Ora il governo ha iniziato ad ammettere la circolazione del virus, ma imputando il Covid-19 a fattori esterni, o per meglio dire a “oggetti alieni”: il Coronavirus, secondo il regime, si sarebbe diffuso attraverso i palloncini con cui gli attivisti per i diritti umani e i disertori nordcoreani scappati in Corea del Sud inviano messaggi di propaganda contro Kim Jong-un.

Ovviamente il governo di Seoul ha respinto le accuse, sottolineando due fattori: il lancio di palloncini da parte di gruppi di attivisti, che contenevano aiuti umanitari e messaggi contro il regime, è avvenuto a fine aprile, diverse settimane dopo i primi casi di contagio riscontrati in Corea del Nord; il secondo fattore, scientificamente fondamentale, è che la possibilità di contrarre il virus toccando una superficie infettata è estremamente improbabile, soprattutto se la ‘fonte’ è un palloncino.

In realtà gli analisti occidentali considerano possibile l’ipotesi che i contagi nel Paese siano scoppiati a causa del flusso di contrabbando con la Cina, primo epicentro mondiale del Coronavirus.

Quanto all’andamento dell’epidemia in Corea del Nord, i numeri ufficiali evidenziano oltre 4 milioni e mezzo di contagi su una popolazione di circa 26 milioni, ma con soli 71 decessi. Dati che sono visti con scetticismo dagli esperti, vista la censura applicata dal regime di Pyongyang e la grave mancanza di test che rende impossibile una rilevazione accurata dell’epidemia.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia