L’Italia cadrà, se non ci saranno più italiani
La fiera sulla fertilità e i reportage a senso unico dei giornalisti: il vero bersaglio sono i bimbi in provetta?

Si chiacchiera tanto di Wish for a baby, la “fiera sulla fertilità” tenutasi a Milano. Attivisti, femministe e partiti di centro destra si sono azzuffati: picchetti all’esterno, articoli di giornale, blitz di Fratelli d’Italia all’interno. Ma una grande, ingombrante domanda resta aperta. Qual è stato il vero oggetto delle proteste? La maternità surrogata? Giusto, è una pratica illegale. Eppure non era una fiera della maternità surrogata. La maggior parte delle cliniche erano spagnole, paese dove l’utero in affitto è fuorilegge. Non è che il vero obiettivo era aggredire la procreazione assistita tout court?
Sui giornali, reportage di fuoco scritti da giornalisti infiltrati. Li riconoscevi immediatamente, all’interno del padiglione, nel ruolo di coppie o singoli in cerca di un bambino. Seduti dritti davanti agli esperti dei vari stand, raccontavano storie di improbabili infertilità, alla ricerca spasmodica che qualcuno proponesse loro la parola magica: “maternità surrogata”. E se restavano a bocca asciutta, li vedevi comunque indignati, a sentir parlare di ovuli congelati, donatori di sperma e ovociti impiantati.
Poi però c’erano gli altri, le persone vere: occhi lucidi, spesso nelle donne, alla fine dei colloqui. Non coppie strambe con le piume in testa, per lo più eterosessuali, spesso con un bambino piccolo. Erano quelli che, se ne ascoltavi con attenzione gli scarni discorsi durante le attese, si salutavano fra loro tutti con un sussurro, un misto di speranza, pudore, tristezza: “Auguri”, “In bocca al lupo”. “Buona fortuna”. Una lenta processione laica di persone che cercano, senza riuscirci, di fare solo una cosa – la più preziosa, in questo momento, per la nostra cara Nazione-: mettere al mondo un bambino. Ma su loro, nei reportage, solo qualche riga.
Anzi, li hanno presentati, sotto sotto, come i “cattivi” della storia. Quelli che vogliono un figlio “a tutti i costi”. E non c’entra, qui, la maternità surrogata. Chi protesta, chi si indigna, sembra scagliarsi proprio contro l’idea che si possa intervenire, con la tecnologica e la medicina, dove la “natura” fatica ad arrivare. Nel 2023. Eccola, la grande domanda: il vero bersaglio sono, sotto sotto, i “bambini in provetta”, termine gelido per definire i bambini nati attraverso tecniche di riproduzione medicalmente assistita?
In Italia, anche con donatori esterni alla coppia, è legale dopo sentenza della Corte Costituzionale del 2014. E’ questo che non va bene? “GPA (gestazione per altri) E PMA (procreazione medicalmente assistita)= EUGENETICA”, recitava infatti un grande striscione dei manifestanti all’esterno. “Le donne devono capire che i figli si devono fare da giovani, se poi è troppo tardi e non ci riescono più, se ne devono fare una ragione, potevano pensarci prima”, dice il Popolo della Famiglia.
Attivisti e partiti di governo vogliono dare una spallata alla legislazione sulla procreazione medicalmente assistita? Proprio adesso che l’Italia si sta preparando ad affrontare la sfida più drammatica della sua storia: il venir meno della sua popolazione? Perché il mondo della politica, invece di sbraitare per proibire l’evento, non si è imposto per entrarci, per inserire nel programma i “suoi” stand? Quelli del ministero della Salute, degli ospedali della Regione Lombardia. Perché non intervenire per regolamentare e collaborare, se si può? Perché lo stato se ne disinteressa?
Nel solo 2020 quasi il 3% dei bambini nati, sono venuti al mondo grazie all’aiuto delle provette della PMA. Con un crollo demografico vertiginoso e con dati dell‘OMS che parlano di 1 cittadino su 6 con problemi di infertilità, possiamo davvero farne a meno e voltare le spalle alla scienza, alla medicina, anche applicate alla riproduzione umana? Noi, la Terra di Galilei, Fermi, Spallanzani, che hanno contribuito a costruire la scienza mondiale? Il nostro Pico della Mirandola, lo scriveva già nel suo “De dignitate hominis”, nel 1486: la caratteristica dell’uomo è “saper utilizzare la tecnica”. Lo ricordava spesso, questo passaggio, Bertrando Spaventa, maestro di Giovanni Gentile.
Ora che nessuno vuol fare più figli, ha davvero senso mettere sulla graticola questi quattro gatti che vogliono ricorrere a tecniche mediche avanzate per provarci? Se l’Italia cadrà, non sarà per l’arrivo di orde di immigrati o perché i cinesi comprano i nostri porti. L’Italia cadrà, se non ci saranno più italiani.
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