Adesso c’è una certa aria in Occidente dopo il discorso di Putin, un’aria un po’ preoccupata per il ricorso all’arsenale più temuto, quello nucleare, ma anche un’aurea un po’ soddisfatta. Tutti da Biden a Draghi, sino a Liz Truss e Giorgia Meloni, sostengono che questa sia la prova ‘che Putin sta perdendo’.

Unica voce un po’ dissonante è quella della Cina che invita al dialogo, ad una soluzione pacifica della crisi, tenendo però caldi i suoi militari. Non si sa mai. Cosa aspettarsi? Niente di più e niente di meno di quello che ci viene promesso. Ovvero, da un lato la Russia che forte di più uomini farà di tutto per tenere le posizioni nel Donbass e a Kherson, essenziale per rifornimento idrico e retrovia della Crimea; dall’altra parte l’Ucraina con sempre più armi che cercherà di riprendersi il territorio perduto.

Difatti, siamo in una guerra che promette di essere lunga per riportare l’Ucraina ai suoi confini storici per ristabilire la sua sovranità e riconquistare le sue terre irredenti, un ‘Risorgimento ucraino’. Ha qualcosa a che fare con la lotta per la democrazia e per la libertà dell’intera Europa? Non credo. Piuttosto, questa è una guerra non decisa. Ci arriviamo impreparati e non avvertiti che rischia di far trovare l’Europa in un’economia di guerra, in una democrazia di guerra più confusa, in un’informazione di guerra sempre confusa

A tal proposito, vi hanno detto a proposito della fossa comune di Izyum che si trova all’interno di un vero e proprio cimitero. Vi hanno detto che c’erano delle croci. Vi hanno detto che tra i 400 morti gran parte sono militari, vestono una divisa, sono caduti in combattimento e l’Ucraina non aveva accettato che fossero restituiti. Vi hanno detto che molte croci sono dei civili caduti, addirittura prima dell’arrivo dei russi, ma poi caduti durante i bombardamenti che quotidianamente le artiglierie ucraine riservavano alla città occupata dai russi. No, ancora una volta contava ripetere la teoria Bucha: alimentare di sdegno l’opinione pubblica per far passare l’idea che si trattasse di una guerra santa, che non può essere non combattuta.

I referendum? Sono una farsa. Ma perché non provare a farli diventare un boomerang? Non chiedere che abbiano diritto al voto anche i profughi che hanno dovuto abbandonare il Donbass o la Crimea perché non accettavano la secessione. Perché non mandare degli osservatori? Perché non provare a trasformarli in un boomerang per i dittatori che pensano sempre che sono loro a decidere e non i cittadini. Perché non farne una specie di grimaldello per stabilire che a decidere il futuro delle genti debbano essere non le armi ma i cittadini?

Tony Capuozzo

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