Lettera aperta a firma del sindaco di Segrate
La Lombardia può diventare la regione del Bene-Essere
La Lombardia non può rinunciare ad essere anche in campo ambientale la regione guida in Italia e non solo. Ce la possiamo fare e c’è chi lo sta facendo con decisioni coraggiose: alcune riflessioni di un sindaco dalla forte vocazione ecologista.
Cara Regione Lombardia,
come tanti miei colleghi sindaci amministro con grande attenzione alle conseguenze sul cambiamento climatico anche se ciò mi porta a fare scelte costose, a volte impopolari e oggetto di dissenso e critiche. Insomma, non è esattamente un percorso in discesa e darebbe forza a noi sindaci un convincente esempio dall’alto. Per questo mi aspetto molto dalla mia Regione, molto di più di quello che vedo oggi.
Sono solo il sindaco di una cittadina di provincia ma il dovere che sento verso i miei concittadini e la mia sensibilità ecologica mi portano a sollecitare il governo regionale a essere finalmente fortemente propositivo in materia ambientale per rispettare gli obiettivi europei e perché il clima sta davvero cambiando, velocemente, con le drammatiche conseguenze che ci toccano sempre più da vicino.
Propongo al Consiglio e alla Giunta regionale alcune considerazioni e indico degli obiettivi, uno stimolo a riflessioni e uno sprone a decisioni che mi auguro tempestive.
Considerazione #1 – Qualità dell’aria: La Pianura Padana è tra le aree con la qualità dell’aria peggiore in Europa, soprattutto per il particolato fine. Il recente rapporto “Europe’s air quality status 2023” dell’EEA lo conferma. Nella graduatoria dei migliori valori di qualità dell’aria, su 375 città europee esaminate Cremona è al 372^ posto. Milano al 349^.
Considerazione #2 – Emissione di CO2: con una fortissima economia e tanti abitanti, nelle emissioni per abitante la regione è a centro classifica ma in valori assoluti è la peggiore d’Italia nelle emissioni di CO2; occorre uno sforzo straordinario per raggiungere la neutralità climatica richiesta dall’Europa entro il 2050 (ma entro il 2030 bisognerebbe ridurre le emissioni del 55% rispetto al dato 1990).
Considerazione #3 – Consumo di energia elettrica: secondo gli ultimi dati disponibili di Terna (2021), la Lombardia è al primo posto nella classifica italiana dei consumi elettrici, con 65.500 GWh, più del doppio rispetto al secondo classificato, il Veneto, ed è superata solo da Friuli e Valle d’Aosta per i consumi pro-capite. La nostra regione è anche prima per produzione di energia elettrica con 53.360 GWh e condivide col Veneto il record di deficit energetico, di gran lunga maggiore rispetto a tutte le altre regioni italiane.
Considerazione #4 – La crisi idrica: sia o non sia un segnale del cambiamento climatico, ma il dato di fatto è che la siccità 2022-2023 ha fatto veramente paura. Poi il freddo ha abbandonato anche le montagne più alte accelerando lo scioglimento dei ghiacciai e diminuendo le riserve idriche. La nostra agricoltura è in evidente pericolo di carenze periodiche che potrebbero toccare anche le necessità civili e industriali.
Considerazione #5 – Immense risorse: il cambiamento climatico è un nemico fortissimo, apparentemente invincibile; per affrontarlo in ogni aspetto dell’attività regionale con una visione di lungo periodo il governo regionale deve coinvolgere le migliori risorse: nella nostra regione si trovano i centri accademici e le professionalità tra le migliori d’Italia e vanno coinvolte le realtà industriali di massimo livello in ambito energetico.
Considerazione #6 – Si può fare: La Lombardia non può rinunciare ad essere anche in campo ambientale la regione guida in Italia e non solo. Ce la possiamo fare e c’è chi lo sta facendo con decisioni coraggiose. La Germania punta soprattutto sul solare per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2045, in anticipo sulle indicazioni EU. Ancora più a nord la Danimarca, sei milioni di abitanti e un PIL che è l’80% di quello della Lombardia, sta rilanciando la “Cattura e Stoccaggio del Carbonio” (CCS) dedicato alle industrie che non hanno altro modo per decarbonizzare.
Come fare? Suggerisco alcune misure operative.
A) Decarbonizzazione: per incentivare la diffusione delle fonti rinnovabili e in particolare del solare la regione può: (1) accelerare gli iter approvativi creando una linea operativa ad hoc, (2) intervenire sul patrimonio regionale edilizio istallandovi pannelli solari ove possibile, (3) incentivare le installazioni private in particolare su capannoni e case, (4) introdurre nella LR. 12/2005 vincoli di decarbonizzazione.
Quest’ultimo punto eviterà una situazione a macchia di leopardo, con amministrazioni che ignorano il problema per scelta ideologica o per pressioni economiche locali e altre che vi pongono la dovuta attenzione.
A Segrate, il centro commerciale Westfield che nella prima progettazione era così energivoro da spostare di qualche millesimo la necessità energetica regionale, viene ora ripensato puntando alla Carbon neutral. Nelle prossime, ultime, espansioni urbanistiche del nostro territorio stiamo imponendo l’introduzione di sistemi energetici autosufficienti e/o basati sull’uso civile dell’idrogeno, rispettosi così degli obiettivi EU.
B) Migliorare la qualità dell’aria: Le modalità: (1) fare accordi con Amazon, Poste, DHL ecc. perché arrivino a decarbonizzare completamente le loro flotte per l’ultimo miglio, (2) creare una maxi-area B nei capoluoghi in cui si applichino le medesime regole, (3) creare strategie di decarbonizzazione integrate con SEA per la elettrificazione di tutti collegamenti con bus degli aeroporti, in modo di pubblicizzare e vendere ai tour operator esteri pacchetti turistici “a Zero CO2” (4) individuare una penalizzazione economica sul trasporto pesante più inquinante (stile Austria) che attraversa la Lombardia.
C) Gestione dei rifiuti: con oltre il 73% di rifiuti riciclati (dato 2021) la Lombardia è fra le 5 regioni in Italia che hanno superato il 70% (nel 2021 è al terzo posto), ma ci sono province, Pavia e Sondrio, ancora al di sotto dell’obiettivo 2012 del 65%; inoltre sono aumentati i reati ambientali e in particolare gli incendi dolosi di rifiuti. Per questo occorre lavorare con le amministrazioni locali e le multiutility per un piano “riciclo 90” come quello raggiunto in Italia per le lattine di alluminio e implementare il progetto per l’uso dei satelliti per l’individuazione di movimentazioni anomale di rifiuti.
D) Creazione di un polo di Ricerca e Sviluppo (R&D) sulla transizione energetica: per sostenere la programmazione regionale, si può pensare alla creazione di un Polo di ricerca che guardi alle tecnologie digitali, alla produzione, distribuzione e stoccaggio dell’energia coinvolgendo le iniziative esistenti e in grado di attrarre aziende e start-up. Per renderlo massimamente attrattivo si potrebbero coinvolgere Eni, Snam, Microsoft, CDP (venture capital) e società estere (Longi, Plug Power, Hitachi…).
E) Attrazione di investimenti e capitali: per attirare capitali industriali a sostegno dello sviluppo di nuove tecnologie e buone pratiche di transizione energetica si potrebbe (1) rendere massimamente attrattivo il Polo di R&D rendendolo una Zona Economica Speciale (ZES); (2) creare un’agenzia che faccia “marketing dedicato” nei confronti dei principali fondi di investimento verdi sia istituzionali che venture capital.
F) Misura operativa istituzionale: per “portare a casa” un’agenda come quella che propongo occorre un capovolgimento anche istituzionale che porti la transizione energetica a imporsi come priorità assoluta. Ritengo che si debba cambiare l’architettura organizzativa degli assessorati creando una sorta di “Commissario della Trasformazione Energetica”, una sorta di vicegovernatore che impone queste tematiche e le guida trasversalmente rispetto agli assessorati.
Conclusione: Il tempo è poco, il lavoro da fare enorme. Occorrono modalità adeguate a far diventare la Lombardia la “Regione del Bene/Essere” in cui le politiche regionali affrontano il cambiamento climatico utilizzando la transizione energetica per attivare benessere economico, migliorare la salute dei cittadini e soprattutto creare un nuovo modello di Regione sostenibile. Le prossime Olimpiadi invernali saranno la vetrina ideale per presentare al mondo questa “nuova Lombardia”.
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