Contrordine Fratelli e sorelle d’Italia, non servono colpi di testa e attacchi scomposti – come quello dal G20 a Gentiloni per essere chiari – ma “cabeza fria e corazon caliente” per affrontare “una campagna elettorale durissima, destinata ad infiammarsi sempre di più” e i prossimi anni di governo. Perché se qualcuno pensa che “l’anno passato sia stato difficile, temo che non abbiamo visto ancora nulla. Gli attacchi si moltiplicheranno, le trappole e i tentativi di disarcionarci anche”.

Giorgia Meloni arringa per 40 minuti i 400 delegati dell’assemblea nazionale di Fratelli d’Italia, la prima da quando il partito guida il Paese e il governo. La sala congressi di via Alibert, a due passi da piazza di Spagna, è interdetta a giornalisti e cameramen. Non c’è neppure lo streaming. Ci si deve accontentare di qualche indiscreto che giunge via whatsapp. Ma dall’assemblea arrivano indizi utili a leggere i giorni passati e quelli che verranno. Gli attacchi all’Europa e al commissario Gentiloni sono stati congelati. Se Salvini vorrà continuare a stressare la Commissione per puri interessi egoistici di consenso e campagna elettorale, faccia pure. Alla sua coscienza.

La linea della leader del governo è “testa fredda e cuore caldo”, il che suggerisce di non avere avversari a Bruxelles mentre la Commissione ha almeno una decina di dossier da risolvere. “Sono molti di più, in realtà…”, precisa con sarcasmo un senior di Fratelli d’Italia.

Sul Pnrr, ad esempio, la Commissione ha finalmente dato l’ok al pagamento della terza rata, 18,5 miliardi che ci servono come il pane e che aspettavamo da marzo. Si tratta di un importo pari a 2/3 della manovra, questo per dire dell’importanza di ciascuna rata e quando il Pnrr sia decisivo. Cosa che invece sembra sfuggire al governo. Il problema è che la quarta rata (16mld) difficilmente arriverà entro la fine dell’anno mentre il ministro Giorgetti aveva fatto affidamento su quei soldi. La quarta rata è legata inoltre all’approvazione – sempre da parte di Bruxelles – del piano di modifiche richieste dal ministro Fitto, 144 progetti cancellati tra cui 17 riforme che invece la Commissione considera strutturali alla “ripartenza” dell’Italia.

Il capitolo nomine, ad esempio. Lunedì l’Eurogruppo avrebbe dato il via libera all’ingresso in Bce di Piero Cipollone, oggi vice direttore generale a palazzo Kock, al posto di Panetta in arrivo alla guida di Bankitalia. Tutta da definire invece la partita della Banca centrale degli investimenti: Giorgetti (e Draghi) ha indicato l’ex ministro Daniele Franco. “Quotazioni in salita ma nulla sarà deciso a breve”, si spiegava ieri sera. Anche qui, servono diplomazia e lavoro ai fianchi. Non attacchi frontali.

C’è tutta la partita delle aziende strategiche: l’acquisizione di Ita da parte di Lufthansa (su cui si sono concentrati gli attacchi dell’ultima settimana) ma anche la fusione di Tim e Open fiber in parte già bocciata dall’Antitrust europeo. Per non parlare del Mes e delle nuove regole sul Patto di stabilità su cui il governo italiano ha chiesto flessibilità e la possibilità di escludere dalla spesa gli investimenti per la difesa e la transizione verde. Tutti dossier delicatissimi di cui il ministro Giancarlo Giorgetti andrà a discutere nel fine settimana nell’ambito della riunione Ecofin a Santiago de Compostela. Riunione a cui il titolare del Mef deve poter arrivare senza avere sul collo le polemiche e gli attacchi del governo italiano. Scendere a patti, quindi, cambiare rotta, lanciare segnali distensivi. “Anche se un segnale, una scossa politica ogni tanto va data per farsi sentire”, diceva ieri una fonte del governo.

Certo, poi, resta l’incognita Salvini, la sua campagna elettorale, la Pontida con Marine le Pen ospite d’onore. Meloni lascia intendere che non sarà ammesso fuoco amico per meri ritorni di consenso. “Dobbiamo essere consapevoli – ha detto – di un vincolo di coalizione che richiede grande senso di responsabilità. Sono certa che anche i nostri preziosi alleati di governo sentono che il peso che tutti insieme abbiamo sulle spalle è talmente grave da non consentirci di sprecare energie in eventuali atteggiamenti egoistici”. Il destinatario del messaggio è quasi unico: Matteo Salvini.

Claudia Fusani

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