Una ‘parata‘ a tutti gli effetti con tanto di telecamere del principale tg nazionale, il tg1, per riprendere l’azione, una tantum, di repressione. Quattrocento tra poliziotti, carabinieri e finanzieri hanno messo a soqquadro il parco Verde di Caivano, una delle periferie più degradate di Napoli dove da anni, soprattutto dopo la fine dell’era criminale di Scampia, regna il mercato della droga. Una operazione mastodontica, rivendicata dalla premier Giorgia Meloni, che ha portato a sequestri irrisori. Uno schiaffetto alla camorra quello riservato oggi dallo Stato dopo le recenti vicende di cronaca (lo stupro di due cuginette di 10 e 12 anni avvenuto tra l’omertà generale) che hanno fatto accendere, sempre una tantum, i riflettori su un luogo abbandonato dalla politica e dalle istituzioni in generale.

Così dopo il blitz annunciato ubi et orbi, avvenuto nelle prime ore del mattino di martedì 5 settembre, lo Stato porta a casa circa 34mila euro in contanti, poche cartucce (170 di vario calibro), due ordigni, di cui uno rudimentale, tre armi bianche (un coltello, una mazza da baseball e un arco), ben cinque bilancini di precisione, e l’ingente, si fa per dire, quantità di droga, che non arriva nemmeno a un chilo: 375 grammi di marijuana, 408 grammi di hashish e 28 grammi di cocaina. Denunciate tre persone per contrabbando di sigarette (trovati con ‘oltre’ 5 chili di tabacchi lavorati esteri) e sequestrato materiale per il confezionamento della droga. Insomma, nulla di nuovo rispetto alle normali operazioni ad “Alto impatto che vengono effettuate con un numero assai più ristretto di forze dell’ordine. Operazioni ad “Alto impatto” che consistono nell’accerchiamento della zona con posti di blocco e perquisizioni a tappeto in appartamenti in disuso, aiuole e scale condominiali, oltre al controllo di persone sottoposte agli arresti domiciliari.

Inoltre su 110 veicoli controllati ne sono stati sequestrati dieci: nove perché senza copertura assicurativa e una perché risultata rubata a Macerata lo scorso 23 agosto. Nella nota diffusa dal ministero dell’Interno viene addirittura sottolineato che “le operazioni di questa mattina rappresentano una forte risposta delle istituzioni pubbliche alle gravi situazioni emerse nella cronaca recente”. “Per questa attività  – prosegue la nota – sono stati impiegati oltre quattrocento operatori delle differenti forze ed uffici di polizia, tra cui Squadra Mobile di Napoli, Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo, Commissariato di “Afragola”, Compagnia Carabinieri di Caivano, Compagnia Carabinieri di Castello di Cisterna, Nucleo Investigativo Carabinieri di Castello di Cisterna, Aliquote Primo Intervento Carabinieri, Gruppo Pronto Impiego Napoli Guardia di Finanza, con il contributo del Gabinetto Interregionale della Polizia Scientifica, Reparto Prevenzione Crimine, Reparto Volo, Unità Cinofile, Sezione della Polizia Stradale, Reparto Mobile, Unità Operative di Primo Intervento, Polizia Metropolitana di Napoli e Vigili del Fuoco”.

A Caivano si assiste dunque all’ennesima passerella di uno Stato che probabilmente da domani tornerà ad occuparsi di altro salvo poi tornare a marcare il territorio nel caso in cui dovesse registrarsi un altro episodio di cronaca capace di indignare l’opinione pubblica. Prima delle due cuginette, la rassegna è lunga: basti ricordare la scomparsa del 19enne Antonio Natale, ucciso e sepolto in un terreno agricolo dal suo stesso clan per un ammanco, o le vicende relative agli abusi e al ‘volo’ dai piani alti delle vicine palazzine Iacp (distanti poche centinaia di metri) di Fortuna Loffredo e Antonio Giglio. Guai a parlare di prevenzione, di riqualificazione del territorio con fondi alle scuole per un orario prolungato, strutture, ricreative e sportive, utili ad offrire una alternativa ai tanti ragazzini che altro non hanno se non la strada, terra di spaccio. Anche qui l’elenco delle iniziative e delle opere da realizzare è lungo ma, come raccontiamo da anni, nulla cambia. I ragazzi di serie Z, come li definì anni fa don Maurizio Patriciello, si devo rassegnare. L’appuntamento è alla prossima passerella con relativa “parata” ad Alto impatto.

Accadde lo stesso anche quando lo scorso anno la camorra lanciò un petardo contro la chiesa di don Maurizio Patriciello, che, insieme a una scuola e a poche associazioni, rappresenta l’unica presenza dello Stato nel Parco Verde di Caivano, un luogo dove da anni l’attività principale di (pochi) residenti è lo spaccio di droga h24. Parti, prendi l’uscita dell’Asse Mediano e ti trovi già nel market dello spaccio. Le forze dell’ordine dunque non bastano.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.