La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è da poco arrivata al Parco Verde di Caivano, rione ‘teatro’ degli abusi ai danni di due cuginette di 11 e 12 anni. Ingenti le misure di sicurezza dispiegate intorno all’area per la visita della premier che, assieme ai ministri Matteo Piantedosi (Interno) e Andrea Abodi (Sport), è stata accolta nella chiesa di San Paolo Apostolo da don Maurizio Patriciello, parroco che aveva invitato Meloni a recarsi sul posto dopo gli ultimi fatti di cronaca. Presente anche il prefetto di Napoli, Claudio Palomba. In programma più tardi per Meloni anche una visita all’Istituto Superiore ‘Francesco Morano’.

Ma la visita della Premier è punteggiata dalle contestazioni. ”Vergognati”, ”assassina”, ‘‘dacci lavoro”, ”fascista di me…”, urlano alcune persone verso le macchine scortate che entrano nel cancello della parrocchia. Don Patriciello inizialmente era uscito fuori dal cancello ad attendere la presidente del Consiglio, poi, capite le intenzioni di alcuni abitanti del Parco Verde, ha fatto rientro nel cortile sul quale affaccia la Parrocchia. In previsione di una situazione simile, come poi è emerso, un dirigente di Fratelli d’Italia aveva allertato i militanti di zona affinché organizzassero una sorta di claque per la visita della Premier. Un messaggio, poi, divenuto virale, quando il contenuto dell’imbarazzante chat – con la quale si chiedeva ai simpatizzanti di FdI di schierarsi all”arrivo di Meloni al Parco Verde – è arrivato ai media.

La visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni a Caivano è un segno importante. Qui la gente spera che in questo modo si possano risolvere i problemi che a livello locale non trovano soluzione. La presenza delle istituzioni nazionali costituisce un motivo di speranza”, afferma a In Terris don Maurizio Patriciello.

La Chiesa condanna l’illegalità a tutti i livelli e si mette accanto alle vittime. Perché là dove c’è l’illegalità c’è l’ingiustizia, ci sono persone che soffrono e che subiscono”, afferma il sacerdote. Il parroco anti-clan simbolo della voglia di riscatto del Parco Verde riconosce ed elogia l’impegno delle forze di polizia. Ma ricorda che i problemi del quartiere vanno al di là della questione sicurezza. “Lo Stato non è solo la divisa di validissimi investigatori che tanto stanno facendo e ai quali va il nostro ringraziamento. Lo Stato si manifesta anche in altri servizi, come la presenza di una linea di trasporto o di una farmacia”, dice il parroco.

“Al Parco Verde manca tutto questo e molto altro”, ricorda il parroco. Domenica Don Patriciello a Messa ha chiamato accanto a sé sull’altare un ragazzo che anni fa, in un incontro con il Capo dello Stato, raccontò di dover attraversare ogni mattina cinque piazze di spaccio per arrivare a scuola. Don Patriciello punta poi l’indice contro i troppi silenzi, il clima di omertà: “Di fronte a tutto ciò nessuno può lavarsi le mani, guardare altrove, dire ‘io non c’entro'”. Gli abusi sulle cuginette sembrano dimostrare come nulla sia cambiato a nove anni dalla tragedia di Fortuna, la bimba vittima di violenze sessuali gettata dal balcone perché si ribellava al suo aguzzino”.

Il tema di Caivano diventa un tema centrale nell’agenda quotidiana del Governo, coinvolge l’intero Consiglio dei ministri. Chiederò a ogni membro del Governo di essere presente qui in modo cadenzato per aggiungere il suo pezzo di questo lavoro e anche per monitorare quello che sta succedendo”, ha detto la Premier, intervenendo a Caivano. “Cosa accade – ha aggiunto – se noi proviamo a concentrare tutte le nostre energie su un luogo e facendolo produciamo norme che ci servono per lavorare anche sugli altri luoghi, affrontando piano piano ogni singolo tema? Si risolve solamente affrontando contemporaneamente tutte le problematiche. Cosa accade se proviamo a concentrare il nostro lavoro e a dare continuità e monitorare la realizzazione degli interventi che portiamo avanti e a dimostrare che lo Stato non arriva un giorno o due giorni quando succede il fatto, annuncia dei provvedimenti e poi non è in grado di seguirli? Io penso che si possa provare a fare la differenza, partendo da qui, fisicizzando questo cambio di passo qui e poi portandolo nelle altre troppe zone franche che in Italia sono aperte. È un impegno gravoso quello che ci prendiamo, non è una sfida facile, però credo anche che sia il compito della politica. Ricordo quello che diceva Sant’Agostino, comincia a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, potresti scoprirti a fare l’impossibile. È quello che vogliamo provare a fare qui“.

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