Cellulari (anche dei genitori) al centro delle indagini condotte dalla Procura di Napoli Nord
Stupro di Caivano, spunta l’ipotesi che i video delle violenze alle cuginette siano stati venduti a pedofili
Il super-perito della Procura di Napoli è al lavoro per setacciare i contenuti multimediali dei cellulari delle persone coinvolte nella vicenda.

Sono ore decisive alla Procura di Napoli Nord, al lavoro sulle violenze subite dalle due bambine del Parco Verde, il quartiere di Caivano che ha visto lo svolgersi di orrori durati mesi: stupri di gruppo ai danni di minorenni, due cuginette di soli 11 e 12 anni. Una vicenda nella quale pesa anche l’ombra dei clan di camorra, cui apparterrebbero alcuni dei membri del branco sotto inchiesta.
Il lavoro della Procura – coadiuvata dalla Procura dei Minori di Napoli – si concentra sui cellulari delle persone invischiate nella terribile vicenda. Sono, infatti, sotto sequestro sia i cellulari dei giovani membri del branco che avrebbe abusato delle cuginette, ma anche quelli dei genitori delle bambine.
La Procura di Napoli Nord, infatti, ha conferito l’incarico per le perizie sui cellulari dei due maggiorenni coinvolti nell’indagine all’ingegnere Giuseppe Testa. Si tratta di uno specialista di fama e comprovata esperienza nel settore. Testa, difatti, ha già svolto un incarico simile nelle indagini sulla morte del piccolo Giuseppe Dorice, il bimbo di sei anni, che abitava a Cardito, ucciso in casa a bastonate da Toni Essobti Badre, nuovo compagno della mamma Valentina Casa, così come ricorda oggi il quotidiano il Mattino. Un provvedimento dello stesso tenore arriverà probabilmente nelle prossime ore anche da parte della Procura dei Minori, che sta indagando sulla posizione di otto minorenni, di età compresa tra i 14 e i 17 anni, coinvolti nelle violenze. Entrambe le perizie arriveranno nel giro di 30 giorni.
L’esperto dovrà vagliare le memorie degli smartphone, ricostruire le chat ed esaminare i tabulati. Sullo sfondo, un’ipotesi inquietante: che i video delle violenze alle due bambine siano finiti in un sordido giro di pedofilia on line. Una delle due vittime avrebbe registrato sul suo telefonino più di un video dove compie atti di autoerotismo, per poi inviare i file al cellulare di uno dei minorenni indagati. C’è quindi da capire se anche questi video possano essere stati inviati ad altri utenti.
Infine, dai cellulari dei genitori, si spera di comprendere se e fino a che punto le famiglie abbiano adottato il controllo genitoriale sulle bambine, o abbiano avuto comportamenti omertosi.
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