Dopo il fallimentare esito delle elezioni europee ha ripreso vigore la riflessione su come dare sostanza a uno schieramento ispirato da princìpi liberal-democratici. Un tale soggetto viene ritenuto necessario e forse indispensabile per la creazione di un’alternativa alla destra attualmente maggioritaria nel paese. Inoltre molti esponenti lib-dem sono accomunati dalla convinzione che una risposta polarizzata a sinistra sarebbe inefficace se non addirittura favorevole al consolidamento della destra. Quindi il nuovo soggetto dovrebbe avere nella propria ragione d’essere l’intenzione di raccogliere consensi elettorali in quantità, se non direttamente maggioritaria in termini, quanto meno tali da poter condizionare la formazione di una proposta di governo.

Un processo partecipativo

Nel dibattito che sembra prendere corpo in queste ore c’è chi pensa che il problema sia avere l’idea giusta, il programma. Alcuni pensano che questo debba essere un processo collettivo. Perciò propongono un processo coinvolgente democratico, partecipativo o inclusivo. Usiamo pure tutti gli aggettivi in voga, ma nella sostanza l’approccio è top down: abbiamo l’idea giusta, la proponiamo e questa si affermerà proprio perché essendo giusta le persone la sapranno riconoscere. Alcuni, poi, questo procedimento lo leaderizzano. Dobbiamo trovare la persona che incarni la proposta. Questa è la posizione di coloro che propongono la selezione di un leader con una competizione aperta e trasparente. C’è poi la variante: io sono quel leader. Io ho capito come risolvere il problema. Questa posizione fortemente personalizzata è quella uscita più malconcia dalle vicende delle ultime elezioni europee ma resiste. E neanche tanto sotto sotto.

Un nuovo soggetto

Quelli che puntano sul programma e quelli che puntano sul leader alla fine convergono sull’idea che la soluzione sia avere l’idea giusta o la persona giusta. Il consenso seguirà di conseguenza perché le persone, gli elettori, hanno conoscenze e competenze tali per distinguere il giusto. E loro sono convinti di aver proposto quello che risponde ai loro interessi. Perché pensano di aver descritto la realtà nell’unico modo possibile. Da qui le proposte in campo per la fondazione del nuovo soggetto: elaboriamo il programma o selezioniamo un leader. In fondo si pensa che un partito o un’associazione politica siano sempre nati così, un programma, un leader e una massa di seguaci. Ma a mio parere non si coglie un elemento essenziale che il nostro tempo ha esaltato: le persone per attivarsi hanno bisogno di sentirsi utili, chiedono che venga riconosciuto il loro modo di rappresentare la realtà, desiderano contare qualcosa. Chiedono di avere un ruolo, a partire dalla scelta dei candidati alle elezioni (sempre più il cuore della politica), non gli basta sentirsi parte e delegare.

L’operazione di umiltà

Questo desiderio di contare qualcosa è esaltato dall’avvento della società della autocomunicazione di massa e impone quindi a chi ha in testa la formazione di una nuova aggregazione finalizzata a raccogliere voti di offrire ai propri sostenitori prima di tutto una esperienza nuova. Un nuovo tipo di relazione nella vita dell’organizzazione. Non si fa nulla di diverso rispetto a quanto ha fallito se al centro delle riflessioni resterà il tema di chi sarà il leader, o dimmi con chi vuoi allearti. La riflessione deve contenere già in sé un approccio diverso. Ovviamente deve essere chiaro dove si vuole andare ma poi deve emergere subito in modo credibile come si fa a mettere insieme le persone necessarie per andarci, come si intende coinvolgerle nel grande investimento necessario di risorse personali di tempo, di senso, di denaro. Un progetto che deve perciò essere capace di coinvolgere soggetti nuovi impegnati nella quotidiana soluzione dei problemi del nostro tempo. Partendo da come loro li vivono e li caricano di senso, non pensando che il nostro racconto di ciò che sta accadendo debba corrispondere per definizione al loro vissuto. Una grande operazione di umiltà e di ridefinizione del campo della politica.

Mario Rodriguez

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