Carlo Calenda torna a parlare dell’ipotetico Fronte popolare italiano, sulla falsariga di quello francese, e ribadisce il suo no ad “ammucchiate” senza senso. E il leader di Azione sottolinea come “le ricorrenti discussioni sui modelli esteri da importare, che avvengono solo da noi, sono peggio che provinciali: sono ridicole. Parliamo di sistemi istituzionali diversissimi dai nostri, nulla di quel che succede in Francia o in Gran Bretagna è replicabile qui”.

Calenda e il fronte popolare italiano

In un’intervista su Il Giornale, Calenda parla della foto che ha ritratto i vari esponenti delle opposizioni davanti la Cassazione per la proposta di referendum contro l’autonomia. Un errore, secondo l’ex ministro. “Io in quella foto non ci sono. La prima cosa che mi è venuta in mente guardandola è stato l’ipotetico primo Consiglio dei ministri in cui Santoro, Schlein, Renzi e Salis discutono di armi all’Ucraina o di politiche del lavoro: il caos totale”. “Perché quel tipo di ammucchiate non rappresentano nulla se non un generico ‘no Meloni‘: bene, posso condividere che la destra stia governando male, ma qual è allora la proposta alternativa? Non c’è, perché in quella foto ognuno la pensa in maniera opposta agli altri su tutte le questioni fondamentali: politica internazionale, economia, infrastrutture… che ci fai? Grazie, ma così io sto fuori, certo non vado in giro con Santoro che dice ‘viva Putin'” aggiunge Calenda.

L’alternativa per Calenda: un fronte dei responsabili

Ma allora cosa serve fare per contrastare gli estremisti? Per Calenda “non certo il Fronte popolare con Acerbo e Fratoianni: servirebbe un fronte dei responsabili, da destra a sinistra, che tagli fuori le estreme filo-putiniane da ambo i lati e si metta d’accordo su una politica di responsabilità di bilancio e stabilizzazione finanziaria. Del resto Pd e Forza Italia già governano insieme in Ue”. E a chi gli chiede se non rappresenterebbe l’ennesima ammucchiata con tutti dentro, il leader di Azione risponde in maniera diversa: “Assolutamente no: si deve partire da valori condivisi, atlantismo e europeismo, recuperare tutti la ragione e affrontare la fase difficilissima che ci sta davanti”.

Redazione

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