Aiuto alla Chiesa che Soffre  è una fondazione che dal 1947 si occupa di denunciare le persecuzioni dei Cristiani nel mondo e dare sostegno alle vittime. Nasce quando Padre Werenfried van Straaten, alla fine della seconda Guerra Mondiale, invita belgi ed olandesi a dare aiuto ai tedeschi fuggiti, in particolar modo a quei quasi 3000 sacerdoti sfollati, nonostante fossero ex nemici.

Nel 1952 si occupa di sostenere i Cristiani minacciati dal regime comunista ad Est, è presente in Ungheria quando la rivolta viene soffocata dai carri armati, si espande poi in India, Africa, Sudamerica. Nel 2011, Papa Benedetto XVI la eleva a Fondazione di diritto pontificio.

Ogni due anni, ACS pubblica un report sulla libertà religiosa nel mondo, allo scopo di “divulgare il grado di rispetto e il livello di violazione del fondamentale diritto alla libertà religiosa nei 196 Paesi sovrani del pianeta. L’obiettivo della ricerca è tenere costantemente accesi i riflettori sugli ostacoli incontrati da quanti intendono vivere pubblicamente e pacificamente la propria fede”. Si legge sul loro sito.

Ma anche quello di “approfondire le cause della persecuzione o della discriminazione, denunciare l’identità dei responsabili e anticipare nella misura del possibile le tendenze del prossimo futuro“.

La ricchezza del rapporto sta anche nel fatto che esso non è limitato ai Cristiani ma analizza nel complesso le persecuzioni che subiscono tutti i fedeli di ogni credo: un segnale di attenzione, tolleranza, dialogo interreligioso che rappresenta l’essenza più pura del messaggio cristiano e che permette di accendere un faro complessivo su un fenomeno troppo spesso taciuto.

L’ultimo rapporto, presentato la scorsa settimana a Roma, denuncia che in quasi un terzo dei Paesi del mondo la libertà religiosa è violata: sono 61 su 191, il 31%, quelli che non la garantiscono. Il 14% dei Paesi mette in atto vere e proprie persecuzioni, il 17% discriminazioni.

Quasi 5 miliardi di persone, il 61% della popolazione mondiale, non può esercitare liberamente il proprio credo. I mezzi dell’oppressione, spiega il rapporto, vanno dagli attacchi terroristici, alla sorveglianza di massa – il Riformista ha raccontato fra gli altri del caso cinese, dove la persecuzione ha preso la forma del controllo ossessivo dei Cristiani e della rieducazione dei sacerdoti che si oppongono- alle leggi anti-conversione e ancora, le restrizioni finanziarie, le manipolazioni elettorali, gli attacchi al patrimonio culturale, le manipolazioni dei registri della popolazione.

Il continente che registra un maggior numero di persecuzioni è l’Africa e questo deriva dal fatto che lì è presente in modo massiccio il terrorismo islamico. I responsabili della persecuzione sono da ricercarsi principalmente in ben 44 Paesi in Governi autoritari. In 21 Paesi nell’islamismo. In 4 Paesi nel nazionalismo etno-religioso.

L’elemento complessivo che emerge dal rapporto è che solo in 9 dei Paesi classificati la situazione è migliorata, mentre in 47 di essi è peggiorata. Il rapporto, consultabile sul sito di ACS, contiene analisi, focus e casi studio.

Come quello di Deborah Yakubo, la studentessa cristiana nigeriana lapidata a morte perché accusata di blasfemia. Il suo crimine aver inviato un messaggio whatsapp in cui si lamentava dell’introduzione forzata alla religione. Sono stati gli studenti stessi, non lo Stato, a ucciderla e a bruciarne il cadavere. In seguito all’incriminazione dei due presunti responsabili, gruppi di giovani hanno vandalizzato due chiese cattoliche. O ancora, il caso dell’India, dove cristiani e musulmani subiscono discriminazioni sistematiche. Il partito nazionalista indù teme infatti che questi gruppi religiosi possano rafforzarsi politicamente e così, sono state varate leggi anti-conversione.

Mentre l’Occidente? In esso preoccupano la “cultura dell’annullamento” e i “discorsi obbligati”: pressioni sociali nei confronti di chi ha opinioni diversi da quelle prevalenti per motivi religiosi e che si trasformano in perdite di opportunità, licenziamenti, cause giudiziarie. Pressioni di un mondo che considera la religione superata e la sostituisce con vecchie e nuove ideologie (dal consumismo alla woke religion).

Perché, come ha ricordato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, già Presidente di ACS Italia, in occasione della presentazione del rapporto, in Occidente la libertà è “ostacolata in maniera non violenta, ma con ricadute evidenti su chi manifesta valori civili che risentono una visione religiosa del mondo”.

Benedetta Frucci

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