La situazione tra India e Pakistan ha subito un drammatico peggioramento nelle ultime ore, con un’escalation militare che rischia di precipitare l’intera regione in un nuovo conflitto armato.

Facendo seguito al grave attentato islamista avvenuto nei giorni scorsi nel Kashmir indiano, che ha provocato la morte di almeno 38 militari e ferito decine di civili, il governo di Nuova Delhi ha ordinato un attacco missilistico mirato contro tre obiettivi ritenuti strategici in territorio pakistano. Secondo fonti ufficiali del Ministero della Difesa indiano, i raid hanno colpito con precisione postazioni paramilitari e presunti campi di addestramento jihadista a Bahawalpur (nel Punjab), nei pressi di Rawalpindi – città che ospita il quartier generale dell’esercito pakistano – e in diverse località dell’Azad Kashmir.

Immediata la risposta del Pakistan, che ha denunciato la violazione della propria sovranità territoriale e ha avviato una ritorsione militare. Fonti locali riportano che è in corso uno scambio di artiglieria pesante lungo la Linea di Controllo (LoC), che divide le aree amministrate dai due Paesi nella regione del Kashmir. Testimoni parlano di intensi bombardamenti e di popolazioni civili in fuga dalle aree di confine.

Il portavoce delle forze armate pakistane ha dichiarato: “L’aggressione indiana non resterà impunita. Il nostro esercito ha ricevuto ordini chiari di rispondere con forza per difendere la nostra sovranità e proteggere i cittadini del Pakistan.”

Nel frattempo, la comunità internazionale guarda con crescente preoccupazione all’evolversi della crisi. Le Nazioni Unite hanno convocato una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, mentre da Washington, Bruxelles e Pechino arrivano appelli al cessate il fuoco immediato e alla ripresa del dialogo bilaterale.

Il primo ministro indiano ha parlato alla nazione poco dopo l’attacco, affermando che “l’India non resterà mai in silenzio di fronte al terrorismo. Chiunque minacci l’integrità e la sicurezza del nostro Paese dovrà affrontare le conseguenze.”

La tensione tra le due potenze nucleari riaccende i timori di un conflitto su larga scala. Gli osservatori internazionali sottolineano che, sebbene episodi di scambio di fuoco lungo la LoC siano purtroppo frequenti, l’impiego di missili a medio raggio e il coinvolgimento di aree densamente popolate segnano un’escalation senza precedenti negli ultimi anni.

In attesa di sviluppi, la regione resta in stato di massima allerta.

Il bilancio degli attacchi dell’India in Pakistan: almeno 31 morti

Sono saliti a 31 i morti in Pakistan per l’attacco con missili lanciato dall’India. Lo riferisce il portavoce dell’esercito del Pakistan, il tenente generale Ahmed Sharif, precisando che 26 civili, fra cui donne e almeno due bambini, sono stati uccisi in diverse località del Paese e altri 5 civili sono morti lungo la Line of Control, cioè il confine che divide la regione del Kashmir contesa fra India e Pakistan. Il portavoce ha aggiunto che il Pakistan ha risposto al fuoco in Kashmir e ha anche distrutto alcune postazioni indiane; secondo fonti mediche e di polizia indiane, è di almeno 7 civili morti e 30 feriti il bilancio nella parte indiana del Kashmir.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.