La testimonianza
L’inferno dei corrieri Amazon: “150 pacchi al giorno in sei ore. Così ho perso il posto di lavoro”. Le consegne impossibili con l’ansia del cronometro
Da quando è arrivato il Covid non aspettano nemmeno il ritiro del pacco: “Se mi apre il cancello posso lasciarlo qui vicino”. Un’accortezza per essere sicuri di mantenere la distanza ma in realtà necessaria per i ritmi di lavoro sempre più pressanti. I corrieri Amazon arrivano anche a 150 pacchi al giorno in appena sei ore di lavoro. È questa la storia che racconta un ex dipendete dell’azienda, a cui veniva dato un tempo di circa due minuti e mezzo a consegna, ignorando i problemi del traffico e l’attesa per individuare il civico del cliente, citofonare e depositare.
La testimonianza
“Ritmi massacranti”, racconta al Corriere della sera Valter De Cillis, operaio trentenne di Levante Logistica, in subappalto, che una volta tornato in magazzino ancora con alcuni pacchi non consegnati è stato sottoposto ad alcune sanzioni disciplinari, graduali. Dal semplice richiamo, passando per la sospensione e infine il licenziamento.
Il licenziamento
Racconta la fatica del portare a termine i compiti entro il tempo prestabilito, l’alta pretesa dell’azienda, e le complicazioni sviluppatesi nel corso del suo rapporto lavorativo anche per l’appartenenza al sindacato: “Ho perso il posto lo scorso 28 ottobre perché non mi limito a svolgere le mie mansioni di corriere, ma faccio anche il sindacalista e lotto per migliorare le condizioni di lavoro dei colleghi e di chi opera nella logistica come me. Un’attività che non piace alla mia azienda, che dopo tre anni di vessazioni ora mi ha licenziato”.
Il lavoro disumanizzante
Non solo. Valter rincara la dose sul trattamento umano ricevuto: “Sono molto deluso da questa esperienza professionale, noi persone veniamo trattati come numeri, questo è un lavoro disumanizzante”. Per molti di loro, nel turno centrale della giornata, la pausa pranzo di fatto non esiste e deve essere impiegata per portarsi avanti nel carico quotidiano e riuscire dunque a finire in tempo. Una rincorsa costante in un mondo che non si ferma mai. E il messaggio tra le righe è per i clienti, dalle loro pretese passa anche il lavoro degli altri.
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