La stretta
L’Inps a caccia di pensionati deceduti: sotto esame 317.000 trattamenti previdenziali
L’obiettivo dell’operazione è ridurre il rischio di erogare prestazioni dopo la morte del beneficiario in particolare in Portogallo, Grecia, Spagna e Tunisia
L’Inps ha intensificato i controlli per verificare l’esistenza in vita dei pensionati italiani residenti all’estero, concentrando l’attenzione su Europa, Africa e Oceania, in particolare su destinazioni come Portogallo, Grecia, Spagna e Tunisia. L’istituto previdenziale esaminerà quest’anno 317.000 trattamenti previdenziali pagati all’estero, corrispondenti a circa 1.435 milioni di euro, che rappresentano il 2,4% delle pensioni complessive.
L’obiettivo dell’operazione è ridurre il rischio di erogare prestazioni dopo la morte del beneficiario. Dal 20 settembre 2023, l’istituto ha avviato l’invio di richieste di verifica dell’esistenza in vita a pensionati residenti in Europa, Africa e Oceania tramite Citibank, che dovranno essere restituite entro il 18 gennaio 2024.
In caso di mancato riscontro, il pagamento delle pensioni sarà sospeso a partire dalla rata di marzo 2024, ma alcuni gruppi di pensionati, come quelli residenti in Paesi con accordi di scambio telematico delle informazioni sul decesso, non saranno soggetti alla procedura.
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