Dopo gli attentati dei giorni scorsi nel foggiano, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese si è recata nel capoluogo dauno per presiedere il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, a cui hanno preso parte il capo della Polizia, Lamberto Giannini, i comandanti generali di Carabinieri e Guardia di Finanza e il commissario straordinario Antiracket, Giovanna Cagliostro, il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho, i vertici della procura della Repubblica di Foggia e della Direzione distrettuale antimafia di Bari.
Per rispondere agli attacchi dinamitardi, che hanno colpito in particolar modo i piccoli imprenditori di San Severo e Foggia, la titolare del Viminale nei giorni scorsi ha annunciato l’arrivo a nella città pugliese di 50 appartenenti alle forze di polizia per debellare la “quarta” mafia che opera nel foggiano.

“L’anno scorso è stato assicurato nella provincia di Foggia, tramite il reparto di prevenzione e crimine, circa 23mila unità in tutto l’anno. Così come i reparti quadrati delle forze di polizia e anche lì sono state assegnate, l’anno scorso, circa 17mila unità. Cosa vuol dire? Che questi reparti e il loro utilizzo, anticrimine e quadrati, fa sì che noi possiamo dare un segnale forte perché servono per il controllo integrato del territorio”, ha detto ancora.

Ma la decisione di Lamorgese di far arrivare un comparto di 50 uomini nella città delle “Tre fiammelle” viene considerata insufficiente. Il senatore pugliese di Forza Italia Luigi Vitali sostiene la necessità di organizzare “rinforzi concreti” per dare un messaggio chiaro a un territorio martoriato dalla criminalità.

Nonostante le polemiche, Lamorgese considera la misura una dimostrazione della presenza delle istituzioni  Foggia, il cui comune, come altri della provincia, è stato sciolto per associazione mafiosa nell’agosto scorso. “Lo Stato oggi non può che far sentire la sua presenza in maniera compatta mettendo risorse aggiuntive. Da qui arriva un messaggio chiaro: integreremo gli organici e daremo massima attenzione agli organici del territorio”, ha detto la ministra dell’Interno in conferenza stampa dopo la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica. Per la titolare del Viminale “c’è bisogno di un intervento strutturato e forte ricorrendo ai rinforzi del reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato”.

Non è soltanto la dotazione organica, i 50 in più o i 50 in meno, quindi. Per Lamorgese è necessario un intervento strutturale che può “consentire efficace risposte alle varie fenomenologie criminali che insidiamo il territorio”, ha aggiunto il Ministro ricordando negli ultimi tempi ci sono state “400 misure cautelari, indagini complicate, con confische di patrimoni ingenti per quasi 30 milioni di euro”.

E i numeri forniti dalla titolare del Viminale restituiscono una fotografia di un territorio piegato dalla criminalità organizzata. Nel 2021 ci sono state 13 misure interdittive antimafia. “I dati sulla criminalità nel foggiano – ha detto la ministra – vedono una diminuzione dei reati con -0,9%. Quelli rilevanti riguardano l’usura con un + 33% in tutta la provincia, ma su Foggia città c’è un solo caso. Per quel che riguarda le estorsioni registriamo una flessione del 30,8% rispetto al 2021 cioè 110 casi rispetto ai 159 del 2020”.

Un traguardo raggiunto grazie al lavoro della sezione Dia, aperta nel febbraio 2020 dopo i devastanti attentati di San Marco in Lamis dell’agosto del 2017, quando alcuni sicari tesero un agguato al boss Mario Luciano Romito, uscito di prigione qualche giorno prima, e a suo cognato Matteo De Palma, che lo stava accompagnando in auto a un vertice d’affari in una masseria.
Sebbene non sia stata fatta chiarezza sul mandante della strage, a sparare furono probabilmente i membri del clan nemico dei Li Bergolis per vecchi rancori, ma anche per il controllo della città di Vieste, luogo centrale per il traffico di droga e di armi. Nell’agguato persero la vita due fratelli agricoltori, Aurelio e Luigi Luciani, che erano a bordo di un furgone Fiorino bianco, poche decine di metri dietro l’auto di Romito. I due fratelli, testimoni dell’agguato, furono uccisi di sicari a colpi di Kalashnikov e pistola.

Lamorgese, nel presentare i numeri preoccupanti, si è sofferma soprattutto sulla difficoltà di convincere le persone a denunciare. “La paura non deve condizionarci nelle scelte. Bisogna stare dalla parte dello Stato. Il compito delle associazioni è anche quella di dare una mano per far capire che la denuncia significa essere dalla parte del giusto falla parte dello Stato”. E per aiutare i cittadini a riportare alle autorità i fenomeni della criminalità organizzata, il Viminale ha stanziato fondi per 80 milioni di euro per implementare i sistemi di videosorveglianza.

Anche il procuratore distrettuale antimafia De Raho ha puntualizzato sulla difficoltà dei cittadini del territorio foggiano di denunciare e questo succede come conseguenza della violenza con cui si muovono le mafie foggiane. “Le mafie foggiane sono mafie di grandissima pericolosità e gli attentati che hanno posto in essere sono come una sfida allo Stato e di fronte a questa sfida lo Stato si muoverà con l’energia che compete a uno Stato di diritto che deve però imporre l’osservanza della legge a tutti e proteggere i cittadini”, ha detto Raho affermando che la risposta agli attentati dinamitardi degli ultimi giorni si concretizza con “un impiego di ulteriori risorse e di controlli ripetuti e frequenti del territorio in modo che il cittadino possa sentirsi protetto, tutelato e garantito”.

Il bilancio degli attentati dall’inizio dell’anno è già alto. Dal 1° gennaio sono stati fatti esplodere sette ordigni, quattro dei quali a San Severo. Il sindaco di San Severo, Francesco Miglio, dopo gli ultimi ordigni aveva lanciato un appello al ministro chiedendo di venire in Capitanata non solo per esprimere solidarietà e vicinanza, ma per annunciare “misure concrete da attuare nelle prossime settimane per sventare quello che è una vera e propria strategia complessiva messa in atto dall’associazione mafiosa per tenere sotto scacco questa popolazione e questo territorio”.

Redazione

Autore