L'ennesima tragedia sfiorata
Malagestione e miracoli, l’albero crollato a Posillipo doveva essere abbattuto 48 ore dopo

Un nuovo miracolo. Una nuova tragedia sfiorata. Questione di attimi, di secondi. Per fortuna stiamo solo a raccontare l’ennesima malagestione pubblica. La manutenzione che non c’è. E poco importa se l’albero crollato ieri mattina, giovedì 11 maggio, in via Titolo Lucrezio Caro nel quartiere napoletano di Posillipo ha distrutto un furgone parcheggiato da pochi minuti dal proprietario.
Doveva essere abbattuto due giorni dopo, sabato 13 maggio, su disposizione dell’amministrazione comunale. E’ crollato prima, per fortuna senza danneggiare vite umane ma ‘solo’ un furgone che si trovava a bordo strada e sulle strisce blu quando è stato travolto dal pino e tranciato a metà.
Dieci anni fa, il 10 giugno del 2013, il crollo di un albero in via Aniello Falcone provocò la morte di una donna di 44 anni, Cristiana Alongi, travolta dall’arbusto mentre si trovava alla guida della propria auto.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale. E dopo l’ennesimo miracolo parte lo scaricabarile istituzionale tra comune e municipalità. Per l’amministrazione guidata da Gaetano Manfredi, l’albero andava abbattuto perché, dopo un sopralluogo effettuato dal servizio verde della Città (in seguito segnalazione della prima municipalità Chiaia-Posillipo-San Ferdinando), presentava un attacco alla chioma da parte della cocciniglia Toumeyella parvicornis ed era stato disposto l’abbattimento sabato 13 maggio.
Perché a Napoli gli alberi vengono gestiti così. Lasciati soli per anni e poi alla minima inclinazione la decisione è quella di eliminarli. La manutenzione non c’è, non esiste. Anni fa il parco Virgiliano venne letteralmente spogliato di alberi, così come altre zone della città. Malagestione e miracoli: i cittadini possono solo incrociare le dita.
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