L'inchiesta su Giampaolo Amato
Medico arrestato per l’omicidio della moglie, indagato anche per la morte della suocera: “Uccisa per stare con l’amante”
Giampaolo Amato, il 64enne medico specializzato in oftalmologia e medicina dello sport, per sette anni anche medico sociale della Virtus Bologna di basket, è indagato anche per la morte della suocera Giulia Tateo, morta 22 giorni prima della figlia 62enne Isabella Linsalata.
È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Claudio Paris, dove si sottolinea però che gli esiti medico-legali su questo secondo caso di possibile omicidio con somministrazione di farmaci sono da intendersi “come preliminari e necessitanti di indagini di conferma”. A rivelarlo è l’Ansa, che scrive come le analisi sono “risultate positive a Midazolam ed al suo metabolita”, ed è emerso anche il sospetto della presenza di sevoflurano nel prelievo di polmone.
L’omicidio della moglie
Amato è finito in carcere sabato 8 aprile con l’accusa di omicidio. L’arresto è avvenuto nell’ambito dell’inchiesta sulla morte della moglie, risalente al 31 ottobre 2021: il medico è anche accusato dei reati di peculato e detenzione illecita di farmaci psicotropi.
A oltre un anno e mezzo dai fatti, gli accertamenti sul cadavere della 62enne e le indagini degli inquirenti hanno permesso di ricostruire quanto sarebbe accaduto nell’ottobre 2021: la morte della moglie di Amato, secondo le accuse della Procura, sarebbe riconducibile alla somministrazione dolosa da parte del marito di due farmaci, una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero.
Le indagini durate un anno e mezzo hanno portato gli inquirenti a ‘cestinare’ l’ipotesi di una morte naturale di Linsalata, come all’inizio poteva sembrare.
Fu proprio Amato quel 31 ottobre 2021 a chiamare i soccorsi del 118 dicendo di aver trovato la moglie priva di sensi nel letto del loro appartamento in via Bianconi: i sanitari constatarono il decesso, inizialmente attribuito a cause naturali.
I successivi accertamenti tossicologici e le indagini coordinate dalla Procura hanno invece portato a ipotizzare che la morte sarebbe stata provocata, secondo l’accusa, dalla somministrazione dolosa da parte del marito di due farmaci, una benzodiazepina e un anestetico ospedaliero, somministrati probabilmente all’interno di una tisana.
Non solo. Durante le indagini condotte dai carabinieri sarebbe emerso che già alcuni anni prima del delitto la donna potrebbe esser stata oggetto di altre somministrazioni di benzodiazepina a sua insaputa, che si suppongono riconducibili al marito e mai denunciate, e che le avevano causato episodi di malessere e di narcolessia.
La tisana mortale
Quanto alla somministrazione di farmaci, il giudice nel ricostruire la vicenda scrive che Amato, “riacquistata da qualche tempo la fiducia della moglie”, può averle somministrato il Midazolam “all’interno di qualche bevanda, come peraltro aveva già fatto in passato”. Del resto, sottolinea il gip Paris, “è proprio la figlia” a riferire della ripresa abitudine del padre di preparare tisane per la madre.
I due coniugi, che vivevano sostanzialmente da separati in casa, secondo le indagini nel periodo precedente alla morte della 62enne, tra il 30 e il 31 ottobre 2021, sembravano stessero vivendo un periodo di riavvicinamento. Secondo il Gip, sulla base delle consulenze medico legale disposte, “deve affermarsi che la Linsalata è deceduta per un’intossicazione acuta da (diversi) xenobiotici”. Per la Procura sostanze sedative e psicotrope/psicoattive e, in particolare, sevoflurano e Midazolam.
Il movente e la giovane amante
Nelle sue conclusioni il Gip Claudio Paris, che ha disposto il carcere per il medico bolognese di 64 anni, scrive che il movente dell’omicidio della moglie Isabella sono “di tipo innanzitutto sentimentale, senza tuttavia potersi neppure escludere l’incidenza di spinte di tipo economico”.
Il Gip ricostruisce la relazione extraconiugale dell’indagato con una giovane e conclude che è “senz’altro questo inconfessabile desiderio”, lasciare la moglie per un’altra, “che lo ha spinto a cagionarne volontariamente la morte”.
L’altra è una donna conosciuta nel 2018, come raccontato dallo stesso Amato in due interrogatori di cui dà conto Repubblica. “La mia relazione con lei è iniziata quattro anni fa – raccontava Amato – L’ho conosciuta in ospedale, per motivi di lavoro. Era giugno di quattro anni fa. È successo quello che non pensavo e cioè che mi sono innamorato di un’altra persona, notevolmente più giovane. Mia moglie ne ha venuta a conoscenza al rientro dalla nostra vacanza nel luglio 2018, un mese dopo l’inizio della relazione. Isabella l’ha saputo leggendo un messaggio che mi è arrivato”.
I dubbi dell’amante
Agli atti dell’inchiesta c’è anche una telefonata tra l’amante di Amato e una sua amica, risalente al primo aprile 2022, dunque diversi mesi dopo la morte di Linsalata. “Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?”. “Questo qua”, per gli investigatori, sarebbe proprio Amato e le parole sono invece della giovane con cui il medico aveva una relazione extraconiugale.
La giovane, scrive il Gip, mette in campo l’ipotesi che davvero Amato possa aver ucciso la moglie” la sera tra il 30 e il 31 ottobre 2021, e questa circostanza è, secondo il giudice, “elemento a carico di straordinaria importanza”. Nella conversazione con l’amica, si chiede la giovane donna: “Questo riesce ad essere un pazzo furioso, ma davvero noi siamo convinti che lui… non si sia fatto venire un momento di delirio, perché io in quel periodo no non gli rispondevo più al telefono, non ci sentivamo più: ero dura di nuovo…”. Il riferimento è agli alti e bassi della relazione tra i due.
Il Gip si spinge oltre e considera anche la giovane donna con cui Amato aveva una relazione extraconiugale nel “concreto rischio di subire una sorte analoga a quella della Linsalata, tanto più ove la stessa dovesse decidere davvero di rifarsi una vita”.
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