Cronaca
Minaccia di lanciarsi nel vuoto, il carabiniere salva la ragazza sul ponte: “Non sono un eroe”
Aveva solo 27 anni e voleva farla finita, togliersi la vita lanciandosi da un ponte. L’ha salvata un carabiniere, il vice brigadiere Salvatore Germanà, di 40 anni, del nucleo radiomobile di Alessandria. L’uomo ha convinto la giovane a scendere dal ponte. Un intervento durato una mezz’ora, che però è sembrata un’eternità. “Una ragazza è seduta sul bordo di un ponte, pronta a lanciarsi nel vuoto. Un Carabiniere la raggiunge, conquista la sua fiducia: c’è una possibilità, sempre. La salva. Difesa per la collettività, al fianco di chi è in difficoltà, ovunque sia. Ben fatto!”, ha commentato il ministro della Difesa Guido Crosetto.
Era quasi la mezzanotte tra martedì e mercoledì quando è arrivata la segnalazione ed è scattato l’intervento. La ragazza aveva annunciato alla madre in una videochiamata la sua intenzione di suicidarsi. I carabinieri sono arrivati sul posto senza sirene e con i lampeggiati spenti. Hanno trovato la ragazza seduta al centro di una trave metallica che collega la carreggiata per le auto alla passerella pedonale, con le gambe penzolanti nel vuoto. Nessuna protezione.
Germanà ha provato subito a stabilire un contatto. Ha notato che la 27enne stava guardando un video musicale sul telefonino. Le ha chiesto quale canzone stesse ascoltando e solo quando la ragazza le ha risposto ha fatto un passo avanti. “Abbiamo cominciato a parlare e abbiamo continuato per 30 minuti – ha raccontato il militare a Il Corriere della Sera – . La mezz’ora più lunga della mia vita: mi sono seduto vicino a lei, sospesi su una trave umida e scivolosa, a 20 metri di altezza, sopra il Tanaro in secca. Pensavo solo a come convincerla a tornare indietro senza mettere in pericolo le nostre vite”.
Il carabiniere ha spiegato di esser riuscito a stabilire un contatto mettendosi sullo stesso piano della giovane. “Le ho detto che in quel momento eravamo entrambi a rischio e che se si fosse buttata avrei cercato di salvarla e che, probabilmente, sarei caduto anch’io. A un certo punto lei si è alzata e, barcollando, ha raggiunto la ringhiera. È stato il momento più difficile. Poi l’ho accompagnata in ospedale, anche perché non si faceva avvicinare da nessun altro”. Germanà non si sente un eroe ma solo un carabiniere che ha fatto il suo dovere.
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