Con strategie differenti, ma in Europa sono diversi i Paesi che hanno annunciato o hanno già attuato nuove misure per contrastare una pandemia, quella di Coronavirus, che sta allentando la presa paradossalmente grazie all’enorme diffusione della variante Omicron, più contagiosa ma meno pericolosa per i vaccinati con dose booster.

Regno Unito

Nel Regno Unito entro fine febbraio i positivi al Covid-19 non avranno più l’obbligo legale di restare in isolamento. Ad annunciarlo è stato il premier Boris Johnson durante il Question Time alla Camera dei Comuni: se attualmente chi ha contratto il Coronavirus deve rimanere in quarantena cinque giorni, entro fine mese se dovesse continuare il “trend incoraggiante” del calo dei contagi e dei ricoveri si elimineranno le restrizioni anti-Covid.

Modifiche che seguono quelle già attuate il 27 gennaio scorso, quando venne eliminato il Green pass introdotto a dicembre (ma solo per discoteche e grandi eventi), così come l’obbligo di indossare la mascherina nei negozi e sui mezzi pubblici.

La strategia del governo per fare fronte a questa nuova fase, con l’intenzione di trattare il virus non più come una pandemia ma come una endemia, sarà presentata ufficialmente il prossimo 21 febbraio, tempo che sarà necessario per monitorare l’andamento della situazione epidemiologica nel Paese.

L’obiettivo di Johnson, la cui posizione alla guida del Partito conservatore e quindi a Downing Street è ancora in bilico dopo il “party gate”, è di anticipare di un mese il ritorno alla normalità con la fine delle restrizioni anti-Covid, originariamente fissato al 24 marzo.

Francia

Anche a Parigi si pensa ad allentare le restrizioni e le misure anti-Covid. “Tra la fine di marzo e l’inizio di aprile” il governo francese, ha spiegato il portavoce dell’esecutivo Gabriel Attal, spera di poter revocare il Pass vaccinale.

Una speranza possibile alla luce delle proiezioni del governo: “C’è ragione di sperare che la situazione tra fine marzo e inizio aprile sarà a tal punto migliorata da poterci permettere di togliere quelle restrizioni”, ha detto Attal, che ha comunque sottolineato come al momento il livello di persone ospedalizzate resta molto altro, più dei livelli record già raggiunti nella primavera del 2020.

Svezia e Danimarca

Nei Paesi del nord Europa la svolta invece riguarda i tamponi e il tracciamento. In Danimarca infatti il governo ha detto basta ai test di massa, annunciando che i tamponi molecolare da processare scenderanno dagli attuali 500mila al giorno ai 200mila “per adeguarsi all’attuale fase di sviluppo dell’epidemia”.

Il ministro della Salute danese Magnus Heunicke ha inoltre annunciato che dal 6 marzo vi sarà lo stop anche ai test gratuiti a tappetto finanzianti dal governo. “I vaccini e il facile accesso ai test sono stati le nostre super armi contro l’epidemia — ha affermato Heunicke — questo ha avuto un riflesso positivo sul numero di ricoveri e ora ci consente di ridurre la nostra grande distribuzione di test”.

È andata anche oltre la Svezia, che ha sospeso i tamponi alle persone sintomatiche. Niente più tendoni e hub provvisori, basta drive-in: a Stoccolma e nel resto del Paese avranno diritto al tampone gratuito sono gli operatori sanitari, gli anziani e le persone cosiddette ‘fragili’.

Per il resto della popolazione niente più molecolare gratuito se positivi: basterà infatti rimanere a casa in caso di febbre o altri sintomi sospetti. Restano ovviamente acquistabili in farmacie e supermercati i testa rapidi, ma i risultati non saranno segnalati alle autorità sanitarie.

 

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.