Aperto un fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo sulla morte di Mattia Giani il calciatore 26enne del Castelfiorentino United che domenica scorsa ha accusato un malore durante una partita con il Lanciotto a Campi Bisenzio ed è deceduto poi lunedì mattina all’ospedale di Careggi di Firenze.

Il pm Giuseppe Ledda disporrà l’autopsia, che si terrà domani o venerdì prossimo, per fare maggiore chiarezza sulle circostanze della morte e in vista di questo passaggio non è escluso che emetta degli avvisi di garanzia.

Le pesanti accuse del papà di Mattia Giani: “Nessuno sapeva usare il defibrillatore, nessuna ambulanza o un medico”

Medici e ambulanza in ritardo. E nessuno che sapesse usare il defibrillatore. Sono accuse pesanti quelle del papà di Mattia Giani. I genitori attaccano sulla tempistica e su eventuali negligenze nei soccorsi: “Non c’era né l’ambulanza né un medico – sostiene il padre di Mattia, Sandro Giani – solo i massaggiatori della squadra. Il defibrillatore è arrivato in un secondo momento ma nessuno lo sapeva usare, è come se non ci fosse stato. Solo quando è arrivata la seconda ambulanza con il medico, sono state tirate fuori tutte le apparecchiature. È stato usato il defibrillatore, ma ormai era troppo tardi“.

Struggenti le parole affidate ai social da Sofia, la fidanzata di Mattia

“Amore mio, grazie per esserti preso cura di me e avermi fatto capire il vero amore. Tu sei e sarai sempre l’amore della mia vita”. I due erano andati a convivere a San Miniato (Pisa) da pochi giorni, un sogno spezzato sul nascere: “Ti amerò per sempre e fino all’infinito – si legge nel post -. Sei la persona più pura che abbia mai conosciuto e mi hai sempre promesso che non mi avresti mai lasciata sola. Ti prego, proteggimi per sempre e dammi tutta la forza del mondo da lassù. Un bacio grande come l’universo”.

I genitori: “Quanto è successo a Mattia non accada in futuro”

I genitori annunciano di voler procedere per vie legali “non tanto per accanirsi con la società o con il 118” ma “per portare quanto accaduto a nostro figlio alla ribalta e perché non accada ad altri ragazzi in futuro”. Se succedessero ancora episodi simili, ha aggiunto Giani che domenica era sugli spalti dello stadio assieme alla moglie Debora e ha visto il 26enne accasciarsi in campo, “vogliamo che la persona venga salvata subito. Ora siamo solo contenti di questo. Non riporterà in vita il nostro Mattia ma almeno sarà utile a qualcun altro”.

Bocche cucite intanto dalle società calcistiche

Il Lanciotto è in silenzio stampa e il Castelfiorentino, la squadra di Mattia, non vuole commentare l’inchiesta. Perché oltre alla volontà di fare chiarezza su quanto accaduto, è soprattutto un momento di dolore per i familiari e gli amici del 26enne, fra cui il fratello calciatore Elia Giani che gioca nel Legnano e il cognato Gianluca Mancini della Roma.

 

Redazione

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