L’Italia e i suoi scandalosi paradossi. Tutto, pur di difendere i propri difetti. Dopo mesi, ormai forse anni, che specialmente nelle grandi città, italiani e turisti stanno per strada decine di minuti, se non ore, ad attendere un taxi che è come trovare un’oasi nel deserto, chi sciopera? I tassisti. Straordinario. Come se i calciatori di serie A scioperassero contro il carovita. C’è da dire che le adesioni non sono state certo oceaniche. Forse finalmente si è deciso di non stuprare oltre la decenza e il ridicolo.
Lo sciopero riguarda il Dl Asset emanato dal Governo, che ha sostanzialmente deciso di giocare allo scaricabarile. Vuole un aumento delle licenze contenuto (il 20%) ma per procura: che lo facciano i sindaci. Non solo: il 100% degli introiti delle vendite delle nuove licenze andranno ai tassisti esistenti. Io dico che le licenze temporanee non serviranno (chi fa un investimento per avere due anni una licenza?), e che il 20% di aumento è ridicolo. Perché servirebbe il 200%. La gente, per tante ragioni, usa sempre meno la macchina. Serve mobilità facile. E questo obiettivo, lo si può raggiungere solo liberalizzando. Premessa: io sono un grande cliente dei tassisti. Mi piace usarli, e ne prendo in continuazione, quando li trovo (ormai quasi mai).

Solo tramite le app che ho sullo smartphone, gli pago volentieri 400 euro di media spesa al mese. E se uso Uber, è solo in condizioni disperate determinate dalla mancanza del servizio taxi. Non sono quindi un detrattore della categoria, cui riconoscerei alcune agevolazioni: credito d’imposta per equivalente per rimborsare quanto speso, spesso a debito, per la licenza acquistata, e sconto sul prezzo della benzina, anzitutto. Ma siccome è inutile rievocare le code sterminate, e scandalose per una nazione turistica, a Termini, Piazza del Popolo, o ovunque altrove a Roma (ma a Milano, Napoli e Firenze la situazione è la stessa) mi limito a spiegare che per garantire chi prende il taxi, ed evitare che la loro latitanza sia motivo per cui un turista non torni più a spendere in Italia, serve liberalizzare. Che siano liberi, i tassisti, dalle tariffe e dai turni bloccati, e che chiunque abbia una patente, sia anch’egli libero di scorrazzarci in giro per le città italiane grazie alla tecnologia delle piattaforme (cosi magari il figlio di una famiglia povera potrà arrotondare lavorando part time). Conosco già la lagna che mi si opporrà, quella “dee murtinazzzionali infami che ce rubbeno er lavoro”. Balla colossale.

Con un sistema simile i tassisti rischierebbero seriamente di guadagnare di più. Singolare poi, che gridino ‘al lupo al lupo’ loro che vestono Nike, bevono Coca Cola, e usano compagnie telefoniche per il cellulare. Tutte multinazionali. A loro piacciono eccome, da clienti, le multinazionali che in regime di concorrenza offrono il miglior prodotto al prezzo più basso possibile. Ma quando i clienti siamo noi, le multinazionali non vanno bene. Anni fa erano sul piede di guerra per l’avvento delle app. Oggi ci si trovano alla grande. Andrebbe così anche se fossero liberi di fare i turni che vogliono e offrire la tariffa che vogliono. Forse si eviterebbero le scene vergognose cui assistiamo da mesi in una nazione che si dice civile ma non lo è, dove una ragazza ha problema a tornare a casa da sola, e un anziano a muoversi, se non ha figli o nipoti che gli diano un passaggio. In America io attendo al massimo un minuto, poi taxi, Uber o Lift (il concorrente di Uber) che sia, mi prende qualcuno; in Sudafrica, Malesia, o Thailandia, idem. In Inghilterra Uber va a cannone. Solo in Italia ci sono queste resistenze ridicole consumate contro noi utenti. In attesa che il Governo trovi il coraggio di spiegare ai tassisti che il loro mestiere esiste per portare a spasso noi, e non il contrario, gli scioperanti pretendono di lavorare quando, quanto e come vogliono (solo) loro. Che nessun altro si azzardi a farlo. Io dico che tra chi guida il taxi e chi lo prende, va protetto chi lo prende. Vediamo se la maggioranza di centrodestra arriva a capirlo. Intanto, tutti a piedi, con l’Italia che fa una figura che nemmeno il Burkina Faso. Lo sciopero dovrebbero farlo cittadini e turisti per la mancata riforma, altro che balle.