Le parole
Omicidio Giulia Cecchettin, cosa ha detto Filippo Turetta nell’interrogatorio: dal racconto della sera in macchina al tentato suicidio
Un interrogatorio interminabile, di sette ore, quello che Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, ha tenuto davanti al pm Andrea Petroni nello scorso dicembre dal carcere di Verona, ripreso e trasmesso ieri sera su Rete 4 nel corso della trasmissione Quarto Grado.
Il racconto di Filippo Turetta
Un video tagliato in cui l’omicida ammette: Avevo preso due coltelli, un altro dal sedile del passeggero, ho iniziato a rincorrerla ed ero sempre più vicino a lei, poi non ricordo se l’ho spinta o se lei sia inciampata, ma è cadute mi sono abbassato sopra di lei e mentre continuava a gridare aiuto ho iniziata a colpirla e le ho dato – non so – una decina di coltelalte. Volevo che stesse zitta che non urlasse. Poi ho cercato di allontanarmi verso la montagna, volevo nascondere il corpo e provare a suicidarmi. Mi sono fermato lì dove è stata trovata. Ho provato a soffocarmi con un sacchetto ma non ci sono riuscito, non ho avuto il coraggio. Così come nei giorni successivi”.
Niente lacrime
Turetta fornisce dettagli anche sull’occultamento del cadavere: “Ho cercato di rallentare il ritrovamento”. Durante tutto il video non lo si vede mai piangere. “Non avrei mai pensato di farle questo”, ammette. “Ho preso la macchina, l’ho caricata e poi siamo partiti, ho tentato di scuoterla ma non rispondeva, ho urlato ma non rispondeva”.
© Riproduzione riservata