Sanremo 2022 non è ancora iniziato e già infuriano le polemiche, scoppiate tutte assieme dopo una settimana mediatica dedicata all’altra kermesse – quella quirinalizia. In primis la foto pubblicata su Instagram da Ornella Muti, co-conduttrice della prima serata a fianco di Amadeus. Foto nella quale sfoggia un ciondolo con l’effigie della cannabis. Subito è insorto Fratelli d’Italia con l’on. Federico Mollicone che ha annunciato un quesito in Vigilanza Rai invitando chi di dovere all’Ariston a richiedere «il certificato tossicologico a chi salirà sul palco». L’attrice si è schermita dichiarando di spingere «l’aspetto terapeutico della cannabis» ma non quello “ludico”, specificando che: «addirittura pensano che io giri per il backstage donando canne».

L’autodifesa non ha convinto Maurizio Gasparri (Forza Italia), che ha annunciato interrogazione in Vigilanza. Muti «parla di cose che non conosce dicendo autentiche castronerie». E il senatore aggiunge: «I dirigenti della Rai riservino Sanremo per le canzoni, non per far dire assurdità a ruota libera da chi, inoltre, è promotrice dell’attività della “Ornella Muti hemp club” che si occupa di uso terapeutico della cannabis… L’attrice va esclusa da Sanremo subito, soprattutto per questo possibile uso a scopo commerciale del Festival». Sia Gasparri sia Mollicone hanno ricordato la «maxiretata per smercio di stupefacenti» che ha visto l’arresto della sorella della Muti, Claudia Rivelli.
Michele Anzaldi (Iv), Segretario della Vigilanza, ha invece parlato al Riformista di «inutile polemica» su una vicenda in fase di risoluzione dopo il successo della raccolta firme per il referendum per la legalizzazione della cannabis, in attesa della decisione della Corte Costituzionale prevista il 15 febbraio sulla data della consultazione. «Se la foto della Muti serve a far parlare di droga, ben venga. Per la prima volta il Festival di Sanremo avrà prodotto qualcosa di buono».

Oliviero Toscani ha dichiarato all’Adnkronos che si tratta della «polemica tipica di chi è peccatore e vede solo peccati degli altri». Puntualizzando che il crocefisso lo «scandalizza di più del ciondolo a forma di foglia di marijuana. La croce mi ha sempre fatto molta impressione». Sempre all’Adnkronos, Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, agenzia nazionale di Croce Rossa Italia per le dipendenze patologiche, ha commentato: «Quella di Ornella Muti è una mossa studiata, una vecchia attrice che così ritorna a far parlare di sé e ad andare sui giornali… Non credo che la gente inizierà a fumare marijuana perché vede il ciondolo. Dobbiamo vedere queste cose con tolleranza, non dargli un’importanza che non hanno». Ma le polemiche non fiscono qui. Il tweet del direttore di Rai1 Stefano Coletta, secondo cui la Muti è «una donna che oltre la bellezza ha anche una bellissima testa» ha invece suscitato l’ironia, fra gli altri, di Annalisa Cuzzocrea che ha commentato: «Ma tu pensa che cosa rara».

Restando in odore di sessismo, la deputata dem Chiara Gribaudo ha deplorato invece l’assenza di donne nella conferenza stampa del Festival. «E niente, nonostante il protocollo no women, no panel, ecco come viene raffigurato il più grande evento della Rai. In conferenza stampa tutti uomini. Ma com’è possibile? Poi però tutti indignati della politica eh mi raccomando». Chiosa finale che palesa la ferita ancora aperta dell’accusa di “sconfitta della politica” per il Mattarella bis. E fa discutere la presenza di Roberto Saviano all’Ariston per parlare della strage di Capaci. Presenza che, per l’on. Mollicone di Fdi, è «un oltraggio al tema stesso». Il Commissario in Vigilanza annuncia quesito all’Ad e alla Presidente Rai e specifica: «Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista».

Poteva mancare in questa rapsodia una polemica sui vaccini? Il direttore di Rai1 ha precisato che per i cantanti in gara non esiste obbligo di vaccino e che la selezione degli artisti non può discriminare tra vaccinati e no vax, in quanto «dati sensibili che la Rai non può chiedere». Il tutto il 1 febbraio, quando scatta l’obbligo vaccinale per gli over 50 e il green pass rafforzato è obbligatorio per l’accesso a spettacoli aperti al pubblico in locali d’intrattenimento dal vivo e in altri locali con capienza al 100% (ovvero l’Ariston durante il Festival). Inutile dire che i no green pass stanno facendo fuoco e fiamme.

Ps: In pieno fermento per Sanremo, il direttore della Tgr Casarin, d’accordo con l’Ad Rai Fuortes, ha comunicato che resta valido il piano editoriale illustrato il 13 gennaio 2022. Piano bocciato dai giornalisti della testata (in polemica soprattutto con il taglio all’edizione notturna) e che verrà senz’altro ribocciato. Da Viale Mazzini ci dicono che la decisione di Casarin nasca per sfregio ai sindacati e in parte al Cda Rai. Incurante delle canzonette, la guerra continua.