I casi nel mondo sono 22 milioni
Coronavirus, l’Oms: “Speriamo di sconfiggere la pandemia in 2 anni, vaccino potrebbe non bastare”
Sembra ancora lontana la fine della pandemia da coronavirus. Sono 800mila i morti legati al Covid-19 per un totale di 22 milioni di contagi in tutto il mondo. E il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, evidenzia che “per quanto abbiamo imparato tanto su questa malattia, abbiamo solo meno di 8 mesi di esperienza a cui attingere”. La speranza però è di sconfiggere la pandemia “in meno di due anni” anche con l’ausilio della tecnologia. Fondamentali nella battaglia i materiali di protezione dal contagio e per questo motivo la corruzione, in questo frangente, equivale all’ “omicidio”. “Se gli operatori sanitari si trovano a lavorare senza l’equipaggiamento di protezione personale, rischiano la loro vita e mettono a rischio anche la vita delle persone che assistono – afferma risoluto Ghebreyesus – E’ un crimine ed è omicidio. Deve finire”. Stando ai dati della Johns Hopkins University, il Paese che registra più vittime sono gli Stati Uniti con 174.442 decessi, seguito dal Brasile con 112.304 e il Messico 59.106.
Media briefing on #COVID19 with @DrTedros https://t.co/p43NqC4m7C
— World Health Organization (WHO) (@WHO) August 21, 2020
Per Ghebreyesus inoltre “nessun potrà uscirne fino a quando non avremo un vaccino per il Covid-19”, ha sottolineato il direttore generale dell’Oms, che ha aggiunto però che il vaccino potrebbe non bastare. “Un vaccino sarà uno strumento vitale e speriamo di averlo il più presto possibile. Ma non vi è garanzia che l’avremo e anche se ci sarà non basterà a far cessare la pandemia”, ha precisato.
Stando ai dati della Johns Hopkins University, il Paese che registra più vittime sono gli Stati Uniti con 174.442 decessi, seguito dal Brasile con 112.304 e il Messico 59.106. In Europa continua a preoccupare la Germania. Almeno 41 scuole a Berlino, che ne conta circa 825, hanno riferito che studenti o insegnanti, di elementari, superiori e professionali, sono stati contagiati, a distanza di nemmeno due settimane dal ritorno tra i banchi. In centinaia sarebbero in quarantena in un Paese dove l’istruzione non è nelle mani del governo federale, ma sotto il controllo dei 16 Lander il che significa regole tutte diverse sul tema. Proprio i governatori degli Stati federali sono stati convocati dalla cancelliera, Angela Merkel, anche se i nuovi casi sono in lieve calo (1.427 contro i 1.700 di ieri): all’ordine del giorno i prossimi passi sulla gestione del virus.
“Although we have learned so much about this disease [#COVID19], we only have less than 8 months of experience to draw on. We still know relatively little about the long-term effects”-@DrTedros
— World Health Organization (WHO) (@WHO) August 21, 2020
Nel frattempo scatta il secondo lockdown (parziale e di due settimane) in Libano, dopo il drastico aumento dei casi a seguito dell’esplosione dello scorso 4 agosto a Beirut. Le infezioni sono aumentate dalle 5.417 del giorno dopo la deflagrazione, a quasi 11mila di oggi: il ministero della Salute libanese giovedì ha registrato il record di 605 nuovi contagi, portando il totale a 10.952 e 113 morti. Molte attività commerciali, come ristoranti e negozi di abbigliamento, sono rimaste questa mattina nella capitale, mentre i negozi di alimentari, le farmacie e le banche sono stati aperti.
È record di casi in Corea del Sud dove ne sono stati registrati 324 in un giorno, il numero più alto da marzo. La recente ondata di Covid-19, che pareva limitata all’area di Seul, sembra ora diffondersi a livello nazionale: è l’ottavo giorno consecutivo in cui il Paese ha visto un aumento giornaliero a tre cifre, per un totale di 1.900 infezioni in poco più di una settimana.
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