“Alta tensione negli Usa”. “Polveriera America”. “Stati Uniti a ferro e fiamme”. Sono solo alcuni dei titoli che in questi giorni si stanno leggendo dopo che proteste e scontri anche violenti si sono verificati in tutto il Paese. A causarli la morte di George Floyd, afroamericano di 46 anni, a Minneapolis, nello Stato del Minneasota, verificatasi il 25 maggio mentre era in custodia delle forze di polizia. Derek Chauvin, che per quasi 9 minuti ha bloccato a terra la vittima, premendo le ginocchia sul collo e sulla schiena dell’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio di terzo grado. Licenziati con lui anche altri tre colleghi intervenuti sul posto. L’autopsia indipendente chiesta dalla famiglia di Floyd ha decretato che la morte è avvenuta per asfissia per compressione del collo e della schiena.

Floyd era stato fermato sulla 38esima strada da due pattuglie di agenti. La polizia era stata chiamata in quanto secondo due commessi del negozio Cup Food l’uomo aveva comprato delle sigarette con una banconota falsa da 20 dollari. Per i due commessi, che avevano chiesto la restituzione dell’acquisto, l’uomo era visibilmente “ubriaco” e “fuori controllo”. Floyd è stato trovato nella sua auto, trascinato fuori e ammanettato. I filmati che testimoniano l’accaduto non mostrano resistenze da parte sua prima di cadere, di essere ancora strattonato e immobilizzato a terra. In un video che ha raccolto immagini girati dalle telecamere e dagli smartphone dei passanti, grafici e telefonate d’emergenza, il New York Times ha ricostruito tutta la sequenza dall’arresto alla morte del 46enne.