La chiave per un futuro da protagonisti
Prepararsi alla transizione digitale significa formarsi per governare l’IA

Da quando l’intelligenza artificiale (AI) è arrivata nel dominio del mainstream, si sono diffusi sentimenti di timore e diffidenza nei confronti del tema. Anche se non si è aperta ancora una pagina di discussione politica seria, si può, a grandi linee, suddividere la platea in chi ha paura della sostituzione dell’uomo con la “macchina” e chi alimenta la speranza di una panacea tecnologica universale. Ambedue risultano posizioni equivoche. D’altronde se con le attuali tecnologie è possibile informarsi sulla natura e sulla qualità dei fenomeni, così risulta difficile comprenderne gli effetti che riverseranno sulla società. In pochi anni l’accessibilità dei sistemi di IA, oltre il notorio OpenAI, ha cambiato il nostro modo di studiare, lavorare e pensare.
Però il meccanismo base della generazione si basa sul dato statistico dei dati forniti al sistema. In questo l’IA generativa porta con sé un grande limite, legato all’estrazione e alla rielaborazione dei dati. Sotto questo aspetto non ci si deve illudere più di tanto riguardo la capacità “creativa” dei sistemi, con relativa sostituzione dell’utente umano. Per questo il primo equivoco risulta, per ora, non aderente allo stato dell’arte. Il vero tema, a parere di chi scrive, giace sulle capacità dell’operatore di interfacciarsi, e interagire, con la “macchina”. Spesso sentiamo dire che il modello di educazione e insegnamento italiano si basa su un approccio eccessivamente teorico. Nel caso della relazione con gli strumenti tecnologici manca un approccio applicativo di metodo. Perché, andando al nucleo del fenomeno, la relazione uomo/macchina si esprime in una diversa modalità di agire nei rispettivi campi in cui utilizziamo l’IA.
Acquisire le competenze necessarie non è più una necessità legata a determinate mansioni, ma una impellenza legata ai risultati e al tempo utilizzato per arrivare ad un determinato obiettivo. Dalla risposta ad una mail all’organizzazione della propria vita alla gestione di un’azienda utilizzo di una IA può garantire maggiore efficienza ed efficacia. In tal senso il sistema scolastico e di aggiornamento professionale italiano è drasticamente insufficiente. Però gli strumenti per gestire questa transizione sono sotto i nostri occhi, sarebbe sufficiente utilizzarli. In primis c’è la scuola di formazione secondaria di secondo grado. L’applicazione dell’IA può portare ad un superamento del sistema di insegnamento, ancora oggi avente come fine la mera “erudizione” degli studenti. Il punto dell’insegnamento va spostato dall’acquisizione dei dati alla formazione del pensiero critico dei singoli.
Oltremodo sul piano civile e sociale questo è un aspetto essenziale; sempre di più siamo soggetti a notizie e fatti alterabili, artificiosi o falsificabili. Gli istituti tecnici, allo stesso modo, devono preparare ad un mondo del lavoro che sarà permeato dalla presenza di sistemi artificiale. Lo studente, che esca da un liceo o da un istituto tecnico, deve aver acquisito le competenze necessarie a gestire un approccio da human in the loop, cioè quello di saper gestire gli input, collaborando nelle fasi di addestramento ed apprendimento automatico. Tale competenza sarà sempre più richiesta in tutti ambiti lavorativi di un futuro che ogni giorno si fa più presente. La governance della transizione digitale passa anche dalle università e dai corsi di formazione successivi alla laurea. Infatti, la conoscenza pratica di sistemi di IA inciderà fortemente in materia di politiche attive del lavoro. Il tempo è una variabile indipendente che né la politica né la società possono controllare. Le scelte dell’oggi incideranno profondamente sul domani; l’inerzia di un sistema fondato sulla conservazione sarà un errore a cui molto difficilmente si potrà trovare una soluzione. Agire per formare studenti e lavoratori all’uso dei sistemi di IA sarà la chiave per permettere al paese Italia un futuro tra i protagonisti della transizione digitale che sia sostenibile.
Niccolò Musmeci – FGS (Federazione dei Giovani Socialisti)
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