Mi scrive Bruno dal carcere di Rebibbia: «L’inserimento del detenuto in cosa consiste? Io credevo di essere un detenuto modello e ci credevo molto in ciò che facevo. Ero inserviente in cucina e dopo il lavoro andavo a scuola e dopo la scuola facevo teatro e dopo il teatro andavo in palestra. Fino a quando scoprono che mio fratello (anche lui detenuto) ha una relazione amorosa con la sua psicologa che, tra l’altro, non seguiva me. Ebbene “per ordine e sicurezza” trasferiscono non solo mio fratello, ma pure a me che non ho fatto nulla e ora mi trovo qui in un altro carcere senza essere seguito né da un educatore né da una psicologa. Mi può aiutare a rientrare dove stavo?».

Ricordo che un po’ di anni fa mi telefonava una signora molto anziana che aveva il figlio in carcere e mi chiedeva di aiutarla a farlo avvicinare a casa perché lei era molto malata e “cicciona” e faticava troppo negli spostamenti. La chiamavo la “Sora Lella” perché parlava proprio come la sorella di Aldo Fabrizi. In quel caso, il figlio era stato trasferito perché “importunava la maestra” e lei, la Sora Lella, sfoggiando la migliore saggezza popolare, mi disse «e nun je poteva dà ‘na pizza invece de fallo trasferì». «Mi fijo c’ha er core d’oro, aiuta sempre l’artri. Pe’ questo stà ‘n galera! Io dico è ggiusto che deve da pagà pe’ i casini c’ha fatto, ma bisogna pure aiutallo! M’ha detto ch’aveva scritto tante poesie pe’ ‘a maestra e che quella se l’era perze… te credo che c’è rimasto male e l’ha importunata, no?».

Nel sistema penitenziario italiano sono proibiti i colloqui intimi, le telefonate concesse sono una a settimana di soli 10 minuti e i colloqui visivi sono limitati a uno a settimana della durata di un’ora sotto lo sguardo vigile degli agenti. Ci si meraviglia se un detenuto si innamora (magari anche corrisposto) della maestra o della psicologa? Ma in che mondo vivono questi “esperti” di diritto penitenziario? E per il detenuto, il trasferimento lontano dagli affetti familiari è una delle punizioni più gravi che possa ricevere! Gli ci vorrebbe proprio un corso accelerato di saggezza popolare tenuto dalla Sora Lella.