La damnatio memoriae di Putin continua. Soltanto lo scorso 23 agosto, il comandante dell’esercito mercenario russo della Wagner, Prigozhin, era deceduto nello schianto del suo jet privato insieme ai suoi collaboratori più stretti, due mesi dopo un tentativo di ammutinamento. Ieri, il presidente russo, Vladimir Putin, ha implicitamente fornito la sua versione dei fatti, in primis dichiarando, durante il Forum Valdai a Sochi, che nei corpi delle vittime sono stati trovati “frammenti di granate”.

Non ha fornito ulteriori dettagli su come le bombe possano essere esplose a bordo, ma ha espresso rammarico per il fatto che gli investigatori non abbiano testato la presenza di alcol e droghe nei corpi delle vittime, sottolineando che non c’è traccia di “impatto esterno” sull’aereo e smentendo l’ipotesi di un missile come causa dello schianto, inizialmente ipotizzata dagli ucraini.

Eppure, stando ai racconti sul suo carattere, Prigozhin aveva la fama di un professionista attento ad ogni dettaglio: ai suoi soldati vietava l’alcol. Si dice che sul jet privato di fabbricazione brasiliana ci fossero solo succhi di frutta. Ciononostante, la tesi di Putin si fonderebbe sul ritrovamento di cocaina nell’ufficio di Prigozhin. Una chiara allusione. Il presidente ha così lasciato agli ascoltatori trarre conclusioni, suggerendo che l’incidente aereo potrebbe essere stato causato dall’esplosione di una bomba a mano, probabilmente a causa dell’abuso di cocaina: un tentativo di danneggiare la reputazione di Prigozhin.

Riguardo alle ipotesi sullo schianto aereo, l’intelligence statunitense ritiene che sia stata un’esplosione, mentre gli investigatori russi non hanno ancora stabilito la causa definitiva. Putin ha menzionato che migliaia di ex mercenari di Wagner sono stati integrati nell’esercito russo attraverso contratti individuali, indicando il cambiamento nel destino dell’organizzazione.

Redazione

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