Ci sarebbe la mano di Kiev dietro gli attacchi contro il gruppo paramilitare delle Forze di Supporto Rapido che sta combattendo nella sanguinosa guerra civile sudanese. A rivelarlo è stata la CNN che ha riportato le parole di un alto ufficiale ucraino che avrebbe rivelato che l’operazione con i droni e via terra contro le milizie ribelli di Hemeti sarebbe opera di elementi non sudanesi e probabilmente riconducibili ai servizi segreti ucraini. Manca una conferma indipendente a questa indiscrezione, ma dai filmati si può riconoscere la modalità classica di attacco dei droni di Kiev.

Le Forze di Supporto Rapido sono una creatura del Wagner Group e hanno ricevuto rifornimenti dai russi anche nelle scorse settimane. Negli otto attacchi portati a termine da due droni si distinguerebbe un display in ucraino e questa notizia cambierebbe il teatro dello scontro fra Russia e Ucraina coinvolgendo anche il continente africano. Kiev non ha rivendicato questa operazione, ma non ha nemmeno negato di essere l’artefice di questi attacchi. La parte nord della capitale e la città gemella di Omdurman sono state il bersaglio dei bombardamenti dei droni e si tratta di una zona chiave per le sorti della guerra civile sudanese che si trascina da mesi. La data si aggira intorno all’8 settembre, giorno nel quale diversi attacchi di droni hanno messo sotto assedio le vie di comunicazione di Khartoum, fino a quel momento in mano ai ribelli delle Forze di Supporto Rapido.

L’intervento ucraino sarebbe scattato a pochi giorni dall’arrivo di un importante convoglio di armi da parte del Wagner Group che attraverso il Darfur, controllato dai ribelli, stavano facendo confluire armi ed attrezzature nella capitale dove si gioca il futuro del Sudan. Le immagini satellitari ottenute dalla CNN mostrano un centinaio di camion carichi di rifornimenti che viaggiano verso Khartoum, provenendo dal confinante Ciad. Un altro video mostra dei combattenti stranieri nella zona di Omdurman, dove armati di lanciarazzi attaccano una postazione sul ponte di Shambat. L’obiettivo sarebbe stato la distruzione di una partita di missili terra-aria fatti arrivare alle milizie di Hemeti per contrastare il dominio aereo dell’esercito governativo di al-Burhan.

Le rotte di rifornimento del Wagner partono dalla Siria e arrivano sulle coste libiche, mentre lo smistamento principale è l’aeroporto internazionale di Bangui nella Repubblica Centrafricana. Prima  dello scoppio della guerra fra i due generali sudanesi il Wagner Group aveva rapporti con entrambi, ma poi si è schierato con i miliziani ribelli rifornendoli di armi. Mosca sta provando a sostituirsi alla società creata da Prigozhin e lo sta facendo in diversi paesi grazie a continue visite dei suoi esponenti.  Ma anche il ministro degli Esteri di Kiev nell’ultimo anno ha visitato una decina di paesi africani cercando di limitare l’influenza russa nel continente. Il Sudan sembra diventato il nuovo terreno di scontro, mentre ogni tentativo di mediazione per arrivare alla pace è sonoramente fallito.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi