Il manifesto era largo 200 centimetri e alto 300
Rimossa la gigantografia di Raggi alla mostra sul microcredito, il Corecom: “È uno spot elettorale”
Via la gigantografia della sindaca Virginia Raggi dalla mostra itinerante “Storie di Microcredito di Roma Capitale”, realizzata da Zètema, la partecipata comunale che si occupa di cultura, che ha preso il via lo scorso 9 settembre tra le strade della Capitale. Una decisione che la Giunta capitolina ha voluto prendere per evitare ulteriori imbarazzo: il Partito Democratico, infatti, ha presentato un ricorso al prefetto sull’uso di soldi pubblici per un mostra che sembra avere i tratti di una campagna elettorale in vista delle amministrative. Il Pd, che traina la Regione Lazio, non ha dubbi: aleggia il sospetto che la sindaca abbia voluto raggirare i limiti imposti dalla legge, che prevede che, nei 30 giorni che precedono le elezioni, i manifesti di propaganda possono essere affissi esclusivamente negli appositi spazi messi a disposizione di tutti i candidati da parte del Comune.
La manifestazione è stata infatti pagata interamente del Comune ed è quasi in fase di chiusura, dopo circa 20 giorni di viaggio itinerante. Partenza dalla periferia, trampolino di lancio della sindaca Virginia Roma. Il suo volto, sorridente, campeggia su un’enorme foto apparsa in piazza della Balena a San Basilio. La prima cittadina, in corsa per un secondo mandato al Campidoglio, era ritratta con alle spalle l’Altare della Patria. Forse a causa dell’imponenza del monumento, è stato necessario uno scatto largo 200 centimetri e alto 300, affisso in una plance: nel manifesto la sindaca uscente però non era accompagnata da simboli politici.
La decisione
Ma la foto della sindaca è stata bocciata anche dal Corecom. Per il Comitato regionale per le comunicazioni, lo scatto è pura propaganda elettorale finanziata dai soldi pubblici. Uno spot gratuito per la candidata del Movimento 5 Stelle.
Adesso lo stesso gabinetto della sindaca ha deciso di fare dietro front e rimuovere il cartellone. E lo ha fatto con una comunicazione ufficiale. Nicola De Bernardini, vice capo di gabinetto, in una nota scrive: “Il Comitato ha rilevato la violazione della legge 28 del 2000 (quella relativa alle disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie) in relazione alla mostra itinerante Storie di microcredito in quanto la cartellonistica riportante la gigantografia della sindaca uscente non risulta essere in linea con il divieto per le pubbliche amministrazioni di ‘svolgere esclusivamente attività di comunicazione indispensabile per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni’“.
Per poi sintetizzare la decisione della rimozione della foto: “Alla luce di quanto sopra si chiede l’immediata rimozione della cartellonistica della mostra in questione ove riportante l’immagine della sindaca nonché di eventuali altri amministratori di Roma Capitale“.
FdI alla Corte dei Conti
La vicenda della gigantografia della sindaca Raggi pagata dai cittadini finisce al vaglio della Corte dei Conti. Enrico Cola ed Elisabetta Bianchi, candidati alle prossime elezioni amministrative nella fila di Fratelli d’Italia al II Municipio di Roma, hanno deciso infatti di presentare una segnalazione alla magistratura contabile affinché accerti eventuali danni erariali. “Si apprende oggi che la gigantografia della sindaca Virginia Raggi esposta nell’ambito della mostra itinerante ‘Storie di Microcredito di Roma Capitale’, è stata rimossa per decisione del Campidoglio, a seguito della bocciatura del Corecom che ha ravvisato una illecita forma di propaganda elettorale – spiegano Enrico Cola ed Elisabetta Bianchi – Il problema, tuttavia, è che la gigantografia della Sindaca è stata finanziata con i soldi dei cittadini romani, essendo realizzata da Zètema, la partecipata comunale che si occupa di cultura“. “Uno spot elettorale, quindi, pagato dai contribuenti della capitale, e che potrebbe realizzare un uso illecito di fondi pubblici con conseguente danno erariale – proseguono Enrico Cola ed Elisabetta Bianchi (FDI) – Per tale motivo invieremo una segnalazione alla Corte dei Conti del Lazio, affinché apra una indagine sulla vicenda e accerti le responsabilità dell’amministrazione della sindaca Raggi“.
La mostra
Come aveva spiegato la prima cittadina di Roma su Facebook “Le fotografie in mostra raccontano i volti e le storie di alcuni romani che hanno utilizzato il microcredito per affrontare il difficile momento post pandemia. Roma Capitale ha investito 3 milioni di euro in un fondo per il microcredito grazie al quale le persone che non potevano accedere a prestiti tramite le banche sono riuscite a ricevere un finanziamento“.
La mostra si basa sul progetto del microcredito, fortemente voluto dalla sindaca uscente per sostenere le persone in difficoltà economica nelle loro attività. L’iniziativa ha permesso anche l’apertura di un libretto, che si trova anche online, dal titolo “Storie di Microcredito di Roma Capitale”.
Ma come è strutturata la mostra? Comprende un collage di 15 foto e diversi scatti esposti nei vari quartieri periferici di Roma. Partita da San Basilio, si è poi spostata a Tor Bella Monaca in largo Ferruccio Mengaroni fino al 27 settembre, per concludere il tour a Primavalle dove rimarranno fino al 4 ottobre. Ma questa volta, senza la foto della sindaca, che è stata anche vandalizzata.
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