In effetti la sinistra post-comunista sta seguendo un comportamento politico che nella sua metodologia è simile a quello del tutto sbagliato seguito da Berlusconi negli ultimi anni. Berlusconi e Forza Italia sono ridotti ai minimi termini anche perché dal 2013 in poi sono andati a zig-zag, un giorno moderati, un giorno estremisti e ciò ha dato a Salvini e alla Meloni un grande spazio politico ed elettorale. A sua volta il post-comunismo, nelle sue varie espressioni partitiche – Pds, Ds, Pd – sul piano economico e sociale ha oscillato fra un incerto gradualismo e il massimalismo, sul piano dei diritti è andato a zig-zag fra il giustizialismo più efferato (al punto di prendersi come alleato preferenziale Di Pietro e l’Italia dei Valori) e un contraddittorio, intermittente e timido garantismo.

Tutto ciò è derivato anche da una lettura distorta di ciò che è avvenuto in Italia dopo la rottura rivoluzionario-eversiva di Mani Pulite: diversamente da ciò che sta avvenendo a livello internazionale in Italia non sono dominanti i grandi gruppi finanziari-industriali (quasi tutti sono falliti, o sono in crisi, o sono stati acquistati da mani straniere): in Italia la forza egemone è la magistratura, che non a caso a suo tempo ha eliminato dalla scena ben cinque partiti, che ha svolto un ruolo fondamentale nello scontro fra berlusconismo e antiberlusconismo, che adesso condiziona la scena politica perché ispira e influenza una nuova forza come il Movimento 5 stelle, una situazione unica in Europa e sta ogni giorno sulle scene, attaccando questo o quel leader politico, liquidando pezzi di politica regionale e comunale.

Di conseguenza la traduzione di un’intesa tattica qual è il governo giallo-rosso in un’intesa strategica sarebbe un autentico disastro per il Pd, così come lo è stata a suo tempo quella con Di Pietro da parte del Pds-Ds. Infatti, un’intesa strategica fra il Pd e il M5s si fonderebbe inevitabilmente sul peggio della tradizione vetero comunista e dello stesso berlinguerismo, cioè il giustizialismo etico e il massimalismo sociale anti imprenditoriale.
(Fine prima puntata – continua)