Il botta e risposta tra alleati
Salvini imbarazza Meloni, il ‘cedimento’ della Lega sulle sanzioni contro la Russia agita la coalizione
Che ci sarebbero state delle difficoltà a tenere insieme la coalizione sulla politica estera era evidente, che le divisioni sarebbero esplose in maniera così evidente e repentina no. La guerra in Ucraina e soprattutto le sanzioni europee alla Russia di Vladimir Putin mettono su due fronti opposti Lega e Fratelli d’Italia, con Forza Italia in una posizione a metà tra Salvini e Meloni.
A sollevare la questione era stato il segretario del Carroccio ieri, prima di salire sul palco del meeting di Rimini di Comunione e Liberazione. Salvini parlando del regime di sanzioni imposte contro Mosca come ‘punizione’ per l’invasione dell’Ucraina aveva avanzato il dubbio che “le nostre sanzioni stanno alimentando la guerra”. “Guardiamo i numeri, chiedo di valutare l’utilità dello strumento. Teoricamente dovrebbero colpire il sanzionato e costringerlo a fermarsi. I numeri delle banche centrali ci dicono che nei primi sei mesi di quest’anno è successo l’esatto contrario: l’avanzo commerciale della Russia nei primi 6 mesi è di 70 miliardi di dollari”, aveva aggiunto per poi rivolgersi all’Unione europea: “Spero a Bruxelles ci stiano pensando”.
Una posizione, quella di Salvini, che non sorprende. La Lega assieme al Movimento 5 Stelle e a Forza Italia è il partito più vicino al Cremlino, anche in virtù di un accorso siglato anni fa con Russia Unita, il movimento di Vladimir Putin.
Una uscita, quella del segretario del Carroccio, che ha costretto Giorgia Meloni a prendere le distanze dallo scomodo alleato, anche nel tentativo di ribadire il suo ‘accreditamento’ nelle cancellerie europee e non solo come leader responsabile, ancorata ad un saldo atlantismo.
A segnare il distacco con Salvini sul tema è il deputato Andrea Delmastro, capogruppo in commissione Esteri di Fdi: “Imboccare oggi la scorciatoia della fine delle sanzioni a Putin significa cedere domani a Xi Jinping e al disegno di egemonia mondiale cinese – spiega Delmastro -. Le sanzioni hanno effetti diversi sui Paesi che stanno combattendo a fianco dell’Ucraina per cui ci vuole un governo italiano forte che chieda a Bruxelles uno strumento di perequazione”.
Più conciliante invece Forza Italia, visti anche gli storici rapporti tra Berlusconi e lo stesso Putin, che non hanno però impedito al leader degli azzurri di condannare ovviamente l’invasione russa dell’Ucraina. A parlare è Antonio Tajani, che sottolinea come “per il momento non vanno tolte le sanzioni alla Russia anche se non devono essere eterne”.
Immediata ovviamente anche la replica del segretario del Pd Enrico Letta, anche lui a Rimini: “Le sanzioni sono una scelta europea, vanno prese insieme ai nostri alleati europei. Credo che la cosa peggiore che si possa fare in questo momento è dare segnali di cedimento a Putin“.
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