La campanella sospesa
Samuele e la scuola che non c’è per i disabili, il comune di Napoli è competente ma diserta le riunioni per Covid…
Vuoi vedere che la colpa è di Samuele, 15 anni, disabile grave affetto da tetraparesi spastica (una forma di paralisi che coinvolge contemporaneamente la muscolatura volontaria di tutti e quattro gli arti) e da diabete di tipo uno. Domani, venerdì 13 settembre, inizia la scuola e lui non sarà ancora una volta in classe. Dispersione scolastica? Macché. Dopo un anno sabbatico grazie allo scaricabarile istituzionale, Samuele alla scuola superiore non è mai andato. Dovrebbe frequentare l’istituto napoletano Giustino Fortunato, nel quartiere Soccavo, ma senza operatore socio sanitario che lo assiste è costretto alla reclusione domiciliare.
Campanella sospesa per Samuele, Tar: competenza è del Comune
Questa volta però un responsabile c’è, almeno sulla carta. Ad individuarlo il Tar che nei mesi scorsi, dopo una serie di ricorsi presentati dalla studio legale Mangiapia, che segue sia la vicenda di Samuele che di altri bambini disabili che ‘grazie’ alle nostre istituzioni faticano non poco a veder rispettati diritti sanciti nella Costituzione, ha stabilito di chi è la competenza.
Samuele senza scuola, stop allo scaricabarile di Trapanese
Competente è il Comune di Napoli. Questa la decisione del tribunale amministrativo regionale con buona pace di Luca Trapanese, assessore (così come si legge sul sito dell’amministrazione comunale guidata da Gaetano Manfredi) alle Politiche sociali, con delega a politiche sociali, politiche di inclusione sociale, contrasto povertà, minori, immigrazione e politiche di integrazione migranti, Terzo settore, diritti e pari opportunità delle persone con disabilità e coordinamento funzionale delle partecipate operanti nel settore di competenza. In passato Trapanese, anche lui papà della piccola Alba, la bimba di sette anni nata con la sindrome di down, ha provato più volte a smarcarsi dalla vicenda Samuele, anche con post sui social dopo gli articoli del Riformista che lo chiamavano in causa. L’importante era lo scaricabarile (“noi non siamo competenti, andate dalla Regione”) non aprire un dialogo e provare a risolvere la questione.
Niente scuola per Samuele, Comune frenato dal… Covid
Dopo la sentenza del Tar, gli avvocati Mangiapia hanno inviato la richiesta di nomina dell’oss al comune di Napoli. Era il 3 luglio scorso. Il Comune risponde in tempi stretti dicendo che avrebbe organizzato un incontro con l’Asl. Incontro, in programma a fine luglio, saltato causa Covid. Avete capito bene. Oggi, quasi due mesi e mezzo dopo, quell’incontro non c’è più stato e domani per Samuele suona l’ennesima campanella sospesa. Nei prossimi giorni i legali saranno chiamati a intraprendere un nuovo giudizio e la querelle rischia di far slittare ulteriormente i tempi, almeno fino a fine ottobre.
Samuele – come già spiegato più volte – ha bisogno di un monitoraggio costante durante l’orario delle lezioni, uno dei pochi momenti di socialità di cui ha diritto. Ad oggi non è stata nominata alcuna figura professionale in grado di seguirlo, di assisterlo, di cambiargli il pannolino, di accompagnarlo in bagno e di aiutarlo con il microinfusore per il diabete che lui da solo non può usare. Una responsabilità troppo grande sia per i collaboratori scolastici che per gli assistenti socio assistenziali. La madre, Manuela Udito, non si perde d’animo e continua a combattere contro istituzioni spesso disumane quando si parla di inclusione. Grazie all’associazione da lei creata insieme ad altre mamme di bimbi disabili, C’era una volta un principe di nome Samuele”, la scorsa estate è riuscita a raccogliere donazioni per finanziare la pedana per trasportare Samuele dal secondo piano al piano terra.
Bimbi disabili a scuola, la sentenza del Consiglio di Stato che affossa tutto
Una vicenda che purtroppo non rappresenta un caso isolato. Sono tanti i giovani disabili che non riescono a usufruire di assistenza durante l’orario scolastico. In quest’ottica non aiuta una recente sentenza del Consiglio di Stato (12 agosto 2024) che rappresenta un precedente pericoloso perché, nel respingere il ricorso di una famiglia contro il comune di appartenenza, i giudici danno ragione all’amministrazione in questione che decise di ridurre per ragioni di bilancio le ore settimanali dell’assistenza scolastica (dalle 13 richieste a 7) previste per un alunno disabile sulla base di un Piano educativo individualizzato (Pei). Il diritto all’istruzione cos’è?
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